Diciamocelo chiaramente, quando pensate a Nintendo, vi vengono in mente avventure mozzafiato, salti acrobatici e duelli epici, vero? E invece, c'è questa piccola gemma che ci invita a... vivere. Sì, avete capito bene: vivere in un villaggio virtuale abitato da animali antropomorfi, pagarci un mutuo con un procione vestito elegantemente (il mitico Tom Nook, che non è un criminale, solo un imprenditore molto... determinato), e passare il tempo a pescare, catturare insetti, scavare fossili e arredare casa.
La magia di Animal Crossing, sin dal suo debutto giapponese con Dōbutsu no Mori per Nintendo 64 (poi riproposto e ampliato su GameCube), sta proprio nella sua non-struttura. Non ci sono obiettivi pressanti, non c'è un "Game Over". È una fuga, un "fetta di vita" digitale che si svolge in tempo reale seguendo l'orologio e il calendario del mondo vero. Questo significa che le celebrazioni, le stagioni e gli eventi si svolgono proprio come nella vostra vita, creando un legame incredibilmente personale con il gioco.
E parlando di persone, pensate al leggendario Katsuya Eguchi, il creatore della serie. Ha raccontato che l'ispirazione per il gioco è nata dalle sue esperienze di vita a Tokyo, lontano dalla famiglia e dagli amici. Voleva un modo per sentirsi connesso e per creare una "comunità" anche nella solitudine. E ci è riuscito! Ha creato un mondo dove il progresso non è misurato in punti esperienza, ma nella gioia di trovare una nuova ricetta, di aiutare un vicino (come l'adorabile e un po' lunatico Fuffi) o di abbellire la propria isola (ciao, New Horizons!).
Quindi, se cercate un po' di zen digitale, un posto dove si vive al proprio ritmo e l'unica fretta è quella di vendere le rape prima che marciscano (il famoso "mercato azionario delle rape"!), Animal Crossing è il vostro paradiso zuccherato. Ora scusatemi, ma ho un appuntamento con K.K. Slider sulla piazza! Ci si vede in giro, magari con un retino in mano!