Le Mie Vacanze

Autore Messaggi
Tyranitar
2001-11-09 22:49:00
Sono veramente divertenti, complimenti (a tutti e due ovviamente)

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Tyranitar
...e il genio del basket
AvsPTallarita
2001-11-17 01:26:00
A proposito, è un po' che volevo fare i miei complimenti a Elflum, che nelle sue storie esprime dei messaggi, a differenza di me.
Complimenti!
elflum
2001-11-17 01:33:00
grazie a voi
Grazie a tynitar e ad avpst. be' cerco di esprimere messaggi ma spesso vengo frainteso, anche perche' spesso uso scrivere una frase e pensare l'esatto opposto. Questo perche' vorrei rendere piu' attivo il lettore e portarlo a riflettere . Non sempre ci riesco ma cerco di fare del mio meglio . grazie ancora ahahahahh (chissa'cosa ho da ridere?)

die
AvsPTallarita
2001-11-10 16:38:00
Terzo Capitolo
La sera arrivammo (io e la mia comitiva di turisti giovani a basso prezzo) ad un hotel. Si chiamava Excelsior: entrammo e chiedemmo il prezzo. Uscimmo pallidi.
Trovammo un altro Hotel, chiamato Luxor, ma costava un occhio. Per ogni sera di permanenza richiedevano la donazione di un organo. La prima sera era un occhio.
Alla fine eravamo talmente stanchi che decidemmo "Basta! Il prossimo Hotel, fosse un hotel di selvaggi, lo scegliamo!" L'Hotel che seguì si chiamava: "Da Olaf: Locanda per Guerrieri." Pensammo che forse era il caso di ritirare la dichiarazione, ma Rossi ci convinse a continuare. Entrammo, e scoprimmo che mentre all'esterno era una tipica sera da città, anche calda, all'interno c'era un vento del Nord mostruosamente freddo, con neve e tutto. Il locandiere, un uomo biondissimo con sopracciglia folte, baffi folti e barba folta, portava una specie di pelliccia di montone, due braccialetti di cuoio, e un casco con due corna da toro mostruose. Era incredibilmente massiccio, con due braccia enormi, un torace che era un campo da golf e due gambe che sembravano due tronchi d'albero. Ci accolse con un grido che faceva tremare le pareti.
"Gublayef!"
Ci guardammo straniti. Non sapevamo cosa significasse.
"Volete una stanza?" chiese poi. Facemmo cenno di sì. Un altro grido barbaro, ed entrò un altro uomo, molto simile al primo, solo che il suo elmo invece delle corna aggiungeva all'uomo due orecchie uguali a quelle del toro. I due si scambiarono qualche parola in un antica lingua runica, e poi il primo ci guardò. Ci diede una chiave ciascuno. Pesavano tutte intorno al mezzo quintale, prodotte in acciaio. Si portavano con due braccia.
Salimmo le scale, e sentimmo uno strano rollio, come ci trovassimo su una nave. Incrociammo, salendo, altri tre vichinghi, ciascuno con un casco diverso: Il casco del primo non simulava due corna, ma una lingua da toro che penzolava sulla bocca del guerriero. Il casco del secondo scendeva giù sulla colonna dello stesso, e partiva in una dritta coda (da toro) di metallo. Quello del terzo scendeva giù lungo il petto e simulava due pa- Arrivammo alle stanze e ci salutammo. Io ero in una stanza con Rossi. Ancora lui.
Entrammo, e scoprimmo che era tutto molto ben ordinato, con il letto avente delle belle copertone in pelliccia, le pareti in un legno che tutto sommato non scricchiolava molto, le asce ben attaccate alle pareti, gli anelli anti-spiriti pure...
Andai a farmi una doccia prima di andare a dormire. Ora, già la temperatura esterna era sotto lo zero; l'acqua, poi... La vasca aveva un estensione di svariati chilometri quadrati, con profondità anche di centinaia di metri. Mi ci buttai a bomba. L'acqua era a meno 11 gradi centigradi. Superato lo shock, e la mia pelle avendo ormai raggiunto il color mozzarella, mi feci una nuotata breve, deciso ad uscire tra poco. Mi girai, avendo deciso che mi ero congelato abbastanza per quella sera, e mi accorsi di aver perso di vista il bordo della vasca. Nell'aria alleggiava soltanto una bianca nebbia. Non si vedeva un tubo. A un certo punto, uno sbuffo, e un branco di balene mi apparve attorno. Una quase mi uccise con la pinna. E sorridevano come sceme. Poi, a ore dodici, un iceberg. Urlai, e cercai di levarmi dalla sua rotta. Risultato: ricevetti sui denti un impatto di quattrocento tonnellate di ghiaccio. Svenni. Mi dicono che fui ritrovato da una barca vichinga che navigava lì in giro, e mi riportò a riva. Rossi mi disse che dovevo essere stato un bello scemo per scivolare e centrare il bordo della vasca con i denti.
Andammo a dormire. Freddo glaciale. Fuori dall'hotel pare che la temperatura fosse di 27 gradi centigradi. Intorno alle due ci addormentammo, semi-abbracciati l'uno all'altro per riscaldarci. Verso le tre ci svegliammo. Da una parete della stanza veniva una luce, bianca bianca, intensa intensa. La osservammo straniti. Cominciammo a sentire il rumore del mare, a vedere i ghiacci e i flutti del Nord, come in un immagine fantasma, un apparizione... E apparve una nave! Una Dakkar Vichinga! E sentimmo la Cavalcata delle Valchirie venire suonata con i corni mentre essa si avvicinava, in stereo, da tutti i lati... e nella luce, la nave si avvicinò, e vedemmo sulla prua la figura di una donna, con la spada tratta che puntava al cielo, con un elmetto alato, bellissima, con i capelli biondi e le labbra rosse e gli occhi a diamante, con una tunica blu che lasciava le braccia scoperte, e la spada brillava, brillava... e lei disse:
"On, Dorbulywif!"
Che in antica lingua Nordica significa "Porca troia, che freddo del cazzo!" E poi scomparve nella nebbia, e i suoni del mare e della cavalcata delle Valchirie pure, con un bell'effetto fade away. E rimase solo il muro che stavamo fissando. Era stata un' apparizione di uno spirito salato dei mari fluttuanti. E io e Rossi decidemmo che avevamo qualcosa da raccontare riguardo le vacanze.
Ci svegliammo il giorno dopo, sentendo rumori di galline e cinguettii. I rumori tipici della città, rombi e compagnia, erano completamente assenti. Dalla finestra entrava il sole. Ci alzammo e vestimmo, e scoprimmo che i nostri vestiti erano stati sostituiti con delle pellicce di montone. Un po' irritati andammo giù, incrociando un vichingo il cui casco simulava due zoccoli alle mani. La colazione era a base di polli e pecore arrosto. Stavamo vicino ad un recinto pieno di questi animali, e quando chiedemmo al cameriere (il cui casco simulava un naso da toro) di portarci qualcosa da mangiare, lui entrò nel recinto, ammazzò una pecora con una mazza, la sgozzò davanti a noi, entrò in cucina con il cadavere che spruzzava sangue dappertutto, e ci disse:
"Torno subito."
Entrò in cucina e noi scappammo alla svelta.

Sidvicious85
2001-11-03 21:51:00
ehi Elflum, è vero che di cognome fai "D'antonio"?
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AND NOW, THE END IS NEAR AND SO I FACE THE FINAL COURTAIN, YOU COUNT, IM NOT A QUEER, ILL STATE MY CASE, OF WICH IM CERTAIN, I'VE LIVED A LIFE THAT'S FULL, OF EACH AND EVERY HIGHWAYS! AND THE MUCH MORE THAN THIS I DID IT MY WAY! REGRETS I HAVE A FEW, BUT THEN AGAIN TOO FEW TO MENTION... GRANDE SID!!

elflum
2001-11-05 17:25:00
okokok e come se rispondo!
Ma non adesso ! Sono troppo incasinato fra scuola e lavoro! Non ho neanche letto la nuova storiella... magari fra qualche giorno, sabato mattina... booo! Ehm

SidV. scusami ma non ho colto la sfumatura... me la spieghi stà battuta?

D'Antonio chi sarebbe? (Scusando l'ignoranza , mica sono onnisciente! Dove stà questa città che si chiama Onniscenza? Mi son milanese)

die
Sidvicious85
2001-11-05 19:41:00
no, d'antonio è un cognome tipico del sud d'italia. Onniscenza? è in provincia di firenze, ah ah ah!
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AND NOW, THE END IS NEAR AND SO I FACE THE FINAL COURTAIN, YOU COUNT, IM NOT A QUEER, ILL STATE MY CASE, OF WICH IM CERTAIN, I'VE LIVED A LIFE THAT'S FULL, OF EACH AND EVERY HIGHWAYS! AND THE MUCH MORE THAN THIS I DID IT MY WAY! REGRETS I HAVE A FEW, BUT THEN AGAIN TOO FEW TO MENTION... GRANDE SID!!

elflum
2001-11-03 14:02:00
Di questi tempi non è più sicuro l'aereo con le cose che accadono. Troppe cose brutte in giro. Mio cugino (anzi, A mio cugino ) l'ultima volta che ha preso l'aereo non ha trovato neanche una bella hostess! Tutte racchie. Che indecenza! E poi con tutte stè torri che crollano, aerei che si scontrano, piloti ubriachi , ubriachi piloti, succede di tutto. Ma io che non ho mai visto una torre di cento e rotti piani in Italia non me ne curo . Piuttosto l'aereo lo prendo visto i prezzi! Barcellona 200 mila testoni! E chi se la perde la Spagna! L'arco di Trionfo! I Rodei! Finalmente potrò vedere la torre Eiffel, aerei permettendo! Sapete sono un po' stanco di tutti , soprattutto degli ignoranti attivi, come diceva quel grande di Hegel ! Cioè quelli che credono di sapere e parlano lo stesso e invece non sanno e parlano lo stesso e anche se sanno usare solo le coordinate e neanche una subordinata! Adesso una parte "Afagani morite!" un'altra parte " Americani morite!" . Sbagliano tutti! Io lo dicevo anche prima "Ma perché non muoino tutti !" E tutti ad accusarmi di razzismo. Ma almeno non sono ipocrita . Sono milanese cazzo! Dove stà questa ipocrisia???????? In quale regione??????? Cmq, con Clinton stè cose non accadevano mica! Come passano i tempi e le mezze stagioni! Cmq io quel volo l'ho preso anche se me ne sono pentito. No, non è che il pilota fosse arabo o simili, e poi sarebbe stato pure meglio almeno non sparava cavolate sulle cintole di sicurezza che io neanche avevo i jeans in quel dì di Ottobre ! Avevo un presentimento brutto brutto però. Alle cuffie solo Gigi D'Alessio e i film erano di Totò . Anche le hostess parlavano una lingua sconosciuta soprattutto … ecco me ne sono accorto quando mi hanno chiesto da bere . " Ma che volesse quacche cosa?" detto con lingua dura . Io ho allontanato la persona con la mano. Tanto avevo altri pensieri per la testa. In Spagna , dicono, le donne sono muy caliente ed io non dovevo essere da meno. Che italiano sono sennò???? Sono di costituzione ariana , mica cotone 100%!!!! E pensavo e pensavo. E pensando pensando( io non dormo tutt'al più penso o riposo) Siamo atterrati .

Uscito dall'aereoporto finalmente ho pensato " Ah la Spagna! Posso trovare cose che a casa mia non ho!" E sono andato a cercare subito un pub affollato, anche con i bagagli dietro. Ma appena uscito fuori, un caldo da Nord Africa ! Non pensavo che Barcellona fosse così calda! Sono entrato in un pub. Forse un bar italiano perché tutte le scritte erano italiane. Quando mi si avvicina una scimmia pelosa vestita da cameriere . " Desidera queccheccosa???" Ed io ero sconvolto ! Esco fuori di corsa , e vedo l'inimmaginabile ! Bancarelle con scritto su "PANI CA'MEUSA DA PINUZZO ANTOTO'" e gente che sbraitava "Quando Min***a arriva stò pani chi' panelli' Staiu murennu ccà !!! Talia! A varba mi crisciu!!!" E allora mi metto in mezzo alla folla e chiedo " ma qua non siamo in Spagna?" Ed un omaccione risponde" Ma che min***a ti fumi, curò? Qua siamo In Sicilia?"

Ed esclamo "Nooo! Barcellona in Sicilia? Ciumbia!!! Son finito dai terroni di me**a!!!!!"

Ma ero ancora in mezzo alla folla, corsi affinché qualcuno mi desse una mano. Me ne dettero tante, tantissime. Ed ora sono qui a Milano ! E la prossima volta mi informo meglio ! Anzi c'è già una città che mi attira!!! Si chiama Syracuse negli USA…

GAThrawn
2001-11-06 13:05:00
???




Thrawn
Grand'Ammiraglio della marina imperiale

"La sirena si alzo oltre il frastuono dello Star Destroyer e della battaglia e Pellaon riusci finalmente a girare la testa.
Thrawn era seduto con la schiena diritta sulla sua poltrona, l'espressione stranamente calma. Sull'uniforme candida da grand'ammiraglio si stava allargando una macchia rosso scuro. Al centro, in pieno petto, sporgeva l'impugnatora del pugnale di Rukh.
Thrawn lo vide, e con grande sorpresa di Pellaon, sorrise.
"Era una vera opera d'arte",sussurrò.
Il sorriso gli si spense sul volto e così la luce che brillava nei suoi occhi. Thrawn, l'ultimo dei grand'ammiragli, era morto."




AvsPTallarita
2001-11-02 21:00:00

Perchè vi scrivo sta' roba? Boh. è una cavolata, ma non avevo nulla da fare, e sta sezione di forum mi pareva un po' fiacca ultimamente, così...
Se qualcuno crede di poter fare di meglio, si faccia avanti.

Era una bella giornata, in fondo, quando salutai i miei genitori e mio fratello per la mia prima vacanza indipendente. Avevo deciso di partire per una bella vacanza in solitudine, quell'estate, e avevo optato per andare allo Swahangongahongogaghero, piccola città nel centro-Africa dove i prezzi erano bassissimi per tutto, e dove non andava mai nessuno per via delle chiare difficoltà riscontrabili nel dire alle proprie zie, mogli, etc.: "Ci vediamo fra una settimana, faccio nu salto a Swahangongahongogaghero." Era già salito a quattro nell'ultima settimana il numero di ricoverati per contorsioni alla lingua derivate dall'intenzione di dire il nome di cui sopra. Io dal canto mio avevo solo detto "Vado in Africa" ed ero partito prima che mi potessero raccomandare un paio di cosette.
Mi era stata consigliata la linea area "Abdullah e figli Airlines," organizzazione di quaranta parenti tutti chiamati Abdullah, nella quale famiglia ci si riconosceva appena, e durante i quali cenoni festivi, ci si trovava sempre in imbarazzato silenzio. Nessuno sapeva chi erano tutti gli altri, e non voleva farlo sapere. Storico l'incidente Cenone '96, quando una moglie chiese "Abdullah, mi passi il sale, per favore?" In una mezza dozzina si lanciarono come avvoltoi sul tavolo per prendere il sale, nessuno del quale azzecandoci. Fu rovesciato talmente tanto sale che quattro di loro rimasero fino al '98 a buttarselo dietro le spalle. Sette passanti in tutto ricevettero il suddetto minerale negli occhi, arrivando quasi a scatenare una Djihad per l'onta subita. Questa fu dunque la linea area che scelsi per arrivare fino in Swahangongaro, Swahungotero, ecc. ecc.
Il motivo per cui mi era stata consigliata erano i bassissimi prezzi. Noi eravamo una comitiva di giovani turisti interessati a Swahangoeccetera, e insieme facemmo una colletta. Arrivati nella pista dell'aeroporto, trovammo un elegantissimo aereo di linea blu, di dimensioni abbastanza ridotte. Entrammo, e constatammo con piacere che i sedili erano morbidi, c'era il tappetino rosso che fa chic, le hostess erano carine, eccetera. Insomma, uno splendido aereo, non capivamo il perchè dei bassi prezzi. Ci sedemmo, sorridendo in vista del lungo viaggio. L'unica cosa fastidiosa era una barra di legno orizzontale, messa giusto davanti alle nostre braccia. Non capimmo cosa fosse e non ce ne curammo.
Io mi trovavo accanto a un tizio che aveva una faccia talmente comune che arrivai a chiedermi come facesse la moglie a capire se in casa c'era lui o un pupazzo da vetrina. Mi aspettavo un cognome altrettanto comune, e invece, con mio immenso stupore e profonda sorpresa, si chiamava Rossi. Ci raccontammo un paio di barzellette (le sue erano molto comuni), finchè non arrivò la hostess, una bellissima donna di carnagione mulatta, che ci fece la solita storia su cintura e tutto (aggiungendo anche che durante il volo erano disponibili addirittura massaggi di rilassamento da parte delle hostess), dicendoci che l'aereo sarebbe partito tra poco. Ci mettemmo le cinture, accorgendoci che assomigliavano curiosamente alle catene Romane usate nelle navi.
Perplessi, attendemmo la partenza. Arrivò due minuti dopo, accompagnata da un grido: "Vento da levante!" Ci fu un rumore sul tetto, e fu allora che scoprimmo che quell'aereo andava a vela. Diabolicamente posizionata sul tetto in modo che i passeggeri non la vedessero, cominciava a far prendere velocità all'aereo. Dal finestrino vidi che tutte le hostess stavano abbandonando l'aereo con gran fretta, e alla fine della pista c'era una rampa messa su in malo modo. Dietro di noi, una massa di tizi dell'aereoporto stava spingendo a mano l'aereo per fargli prendere velocità. Deglutii, con una strana sensazione che mi ronzava nel cervello. Chissà perchè, avevo cominciato a sudare.
Arrivò da un altoparlante la voce del capitano: "Kui parla il capitano Von Ribbentroff. Per fia dello scarso vento, prego lor signori passeggeri di apriren le botolen ai loro piedi, e di cominciaren ad utilizzare i pali di legnen orizzontali. Siete pregati, quando ve lo dico ien, di spiccare un bel salten in modo che l'aereo possa decollare. Grazie, e gloria al Käiser! Gli Inglesi non trionferanno mai!"
Le botole ai nostri piedi contenevano dei pedali. Scoprimmo anche che i pali di legno erano simili a dei remi, solo che erano collegati alle ali. Muovendoli su e giù si facevano sbattere le ali. Molti cercarono di liberarsi, ma le catene erano salde. Angosciati, ci dividemmo i compiti: Quelli a destra pedalavano, noi a sinistra sbattevamo le ali. Dopo una furiosa corsa su una pista di 45 000 metri (verso Nord) ad una velocità media di meno di sei 6 metri all'ora, arrivammo alla rampa. L'aereo cominciò a salirla, rallentando. Arrivarono grida di incitazione da parte del pilota e dalla torre di controllo: "Forza, forza...pedalate, ci siete quasi...Ce la fate, ce la fate...!" L'aereo non riuscì a salire e tornò indietro sino all'inizio della pista. Disperazione da parte nostra. Giulivo il capitano.
"Ma su, lo rifacciamo, e che sarà mai!" Dopo esserci rifatti tutta la pista (45 000 metri!), alfine riuscimmo ad arrivare alla rampa ad una certa velocità, complice una improvvisa e leggera brezza primaverile di 375km/h. "Forza!" gridava il capitano. "Forse stavolta riesce anche a sollevarsi! Ecco la rampa, ci siamo, e uno, due, tre, saltate!" Saltammo tutti insieme e l'aereo, dopo una botta mica da ridere al nostro atterraggio, si sollevò.
Noi: "Evviva!"
Capitano: "Signori, siamo in volo!"
"Evviva!"
"Saremo a destinazione fra qualche ora!"
"Evviva!"
"Il tempo è ottimo!"
"Evviva!"
"Non smettete di pedalare."
Silenzio da parte nostra.
Pochi minuti dopo alcuni cominciarono a chiedere dove si trovassero le hostess, poichè volevano il massaggio. A tali parole entrarono due magnifici esemplari di gorilla maschio, con una bellissima schiena argentata, e con un cappellino da hostess ciascuno. Nessuno volle più il massaggio.
Quando, al terzo giorno di volo, riuscii a liberarmi dalle catene, andai a vedere il capitano. Scoprii che non sapeva bene dove si trovasse lo Swangangonga lì, ma che credeva di poterlo riconoscere perchè l'ultimo 25 Dicembre aveva visto che la notte accendevano delle lucine, e appena le avrebbe riviste ci avrebbe fatti atterrare. Chiesi quante volte aveva girato sull'Africa durante questo viaggio (eravamo in aria da tre giorni, diamine), e mi rispose che nemmeno una volta, che eravamo ancora nel lazio, perchè il motore non era molto potente. Andava a criceto, se avete presente il criceto che corre nella ruota. Aveva come opzional (il capitano lo diceva con la zeta) il turbo, con ben due criceti che correvano insieme!
Arrivammo un giorno imprecisato in chissà quale posto, ma a questo punto qualunque località andava bene.

Allora? Piaciuta? Vi devo postare anche gli altri capitoli?

AvsPTallarita
2001-11-03 21:13:00
Secondo Capitolo
Batti questo, Elflum! (sto giocando, non sono così competitivo).

Rossi mi convinse ad andare ad un ristorante Giapponese, cosa che io non avevo mai fatto, e lui nemmeno, e me lo consigliava quindi molto caldamente. Incuriosito, andai insieme a lui. Entrammo. Parlavano tutti Giapponese, e noi ci scambiammo un occhiata strana, per poi fare segno che volevamo un tavolo. Il cameriere fece cenno di sì ed eseguì un perfetto tip-tap alla Fred Astaire. Chiesi a Rossi se era sicuro di avergli fatto capire che volevamo un tavolo.
Riuscimmo infine a farglielo capire, e ci portò davanti ad un tavolino che ci arrivava appena alla coscia. Non c'erano sedie. Chiedemmo (in Italiano) al cameriere dove si trovassero le sedie, e lui disse:
"Kona moyakasaky son pin ji tanomuyo fugu bettaku akai," che in Giapponese vuol dire "che?"
Scoprimmo che era obbligatorio mettersi in ginocchio. Erano vietati cuscini, ed il suolo era fatto di granito. Eravamo in pantaloni corti. Cercammo di leggere qualcosa del menu, ma era in Giapponese antico. Alla fine chiedemmo un po' di tutto. Per i seguenti venticinque minuti ci portarono ogni tipo di piatto, nessuno dei quali potesse sfamare. L'insalata di Gamberetti era costituita da un piattone (diametro 30cm) di radici del Monte Fuji con sopra quattro gamberetti lunghi non più di tre centimetri e mezzo. Seguì la zuppa di pesce: Enorme vassoio con dentro una sorta di melma densa e semi-trasparente, con due guance di sardine all'interno. La temperatura della melma era moderata in termini chimici; ovvero un 400-500 gradi centigradi. Ce lo portarono via prima che potessimo trovare la seconda guancia. Poi ci fu il Sandisushi; curiosa specialità del ristorante, un piatto pieno di pezzetti di carne ed insalata. Dicono che ci fossero sei chili di carne. Erano nascosti in due, dico due, foglie d'insalata. Riuscimmo a trovare solo duecento grammi di carne a testa. Il resto della carne, chissà dove lo avevano nascosto. Questo oriente misterioso... Segue il primo vero piatto abbondante: Nove chili di riso in bianco, senza alcun condimento di sorta, bollito per sessantadue ore. Immangiabile. Ci portarono poi un maiale arrosto intero! Ci battemmo le mani pensando: "Oh, mo' se magna!". I Giapponesi prepararono con delicatezza il cibo: Con una specie di bisturi che apparteneva da nove generazioni alla famiglia Mettonmoto, cominciarono col ripulire le orecchie dai peli, uno per uno. Poi il naso dai peli, uno per uno. Poi spazzolarono la fronte. Poi lo riportarono in cucina per riscaldarlo, che si era raffreddato. Poi asportarono (sempre con 'sto bisturi) la pelle del maiale e la misero su un piatto a parte. Poi portarono via il maiale, lo buttarono nella spazzatura, e ci dissero che la pelle era il pasto.
A tutto dev'essere aggiunto che non si poteva mangiare se non con le bacchette del tredicesimo secolo in legno pregiato appartenente alla famiglia Kedduepale da un botto di generazioni. Altrimenti c'erano venti frustate. Rossi spezzò per sbaglio una bacchetta e cominciò a sudare d'angoscia quando venne a sapere che ogni bacchetta costava intorno ai seicento milioni di lire. Se la nascose nelle mutande.
Quando dissi al cameriere, più tardi, che la zuppa era un po' sciapa, egli sparì nelle cucine. Tornò poco dopo con il cuoco vestito in una tunica bianca e dotato di una spada giapponese del quattordicesimo secolo, appartenente a un altra di queste famiglie del cazzo da chissà quanto tempo. Salì sul nostro tavolino di marmo del sedicesimo secolo (appartente ai Makisenesbate da chissà quanto), e con un urlo straziante commise l'hara-kiri. Tutti continuarono a mangiare con gli occhi sbarrati.
Verso sera (eravamo arrivati per fare colazione), un grido che avrebbe risvegliato i morti si fece sentire, ed all'entrata del ristorante apparve una banda di Samurai. Scoprii più tardi che si trattava di una famiglia rivale che aveva dichiarato guerra a questo ristorante. Si scatenò una battaglia dentro la sala pranzo; il nostro ristorante disponeva di due squadroni di arcieri in più, ma si trovava in inferiorità numerica quanto a fanteria e cavalleria. Io e Rossi fuggimmo durante un attacco al fianco sinistro degli Yari Ashigaru (un tipo di guerriero) di casa, decisi a cercarci un ristorante Italiano.

GAThrawn
2001-11-08 18:53:00
sono un genio




Thrawn
Grand'Ammiraglio della marina imperiale

"La sirena si alzo oltre il frastuono dello Star Destroyer e della battaglia e Pellaon riusci finalmente a girare la testa.
Thrawn era seduto con la schiena diritta sulla sua poltrona, l'espressione stranamente calma. Sull'uniforme candida da grand'ammiraglio si stava allargando una macchia rosso scuro. Al centro, in pieno petto, sporgeva l'impugnatora del pugnale di Rukh.
Thrawn lo vide, e con grande sorpresa di Pellaon, sorrise.
"Era una vera opera d'arte",sussurrò.
Il sorriso gli si spense sul volto e così la luce che brillava nei suoi occhi. Thrawn, l'ultimo dei grand'ammiragli, era morto."




elflum
2001-11-07 22:40:00
de rerum sicilianorum
Inizialmente ero un po' scettico. Non ero molto informato né sulla Sicilia né sui suoi abitanti. Tuttavia avevo girato il mondo in lungo e in largo. In longitudine e in latitudine . Preferivo l'aereo sinceramente, ma dato che c'erano questi… Cmq fatto stava che l'unico posto da me non visitato era , appunto la Sicilia . Ed avevo comprato un biglietto (anche se mi hanno detto che quello di ritorno avrebbe potuto anche non servirmi) ed ero entusiasta all'idea. "Finalmente un viaggio dopo tanti mesi ! Da quando sono andato a New York non sarà cambiato molto nel mondo,tanto vale…" . Dovete sapere che io ho un vizio, se così lo vogliamo chiamare, altrimenti potreste andare all'anagrafe… Ebbene, io tendo ad informarmi sempre del posto in cui vado ma questa volta ho avuto dei problemini. Sui Siciliani ad esempio non ho trovato molto. Evidentemente l'Enciclopedia degli animali da me consultata era troppo datata! Ho trovato invece particolari interessanti sull'arte Siciliana . Nell'architettura ,ad esempio. Infatti ho scoperto che alcuni di essi , come Riina, Provenzale, sono così bravi da essere definiti i "Capi Della Cupola" . Pensavo quindi che avrei trovato magnifiche Cattedrali e che avrei mangiato bene . Si perché , come diceva Buscetta, i caffè siciliani sono la fine del mondo e anche i panini sono di un altro pianeta (le lupare di cui tanto si discute) . Ma il primo accenno di felicità si smorza leggendo sul giornale notizie di una certa Mafia. Morti ,vite distrutte ecc… E mi sono spaventato… Meno male che un mio amico mi ha rassicurato . La telefonata non era chiara anzi molto disturbata direi… ma ho colto il senso di ciò che voleva esprimere : che in Sicilia si sta bene, la gente è simpatica, specialmente a Barcellona, che quando si era trovato in difficoltà gli avevano dato subito una mano ("anzi molte più di una" aveva detto); insomma lo avevano accolto calorosamente! Mi stupisco di me stesso! Avevo dubitato della civiltà di un popolo che magari sarà diverso da quello nostro , ma che vanta le sue tradizioni ed è oggetto di stima da parte di molti. Qui da noi, spesso le informazioni arrivano distorte. C'è molta ignoranza . Basta guardare TelePadania per capire che non è come la si pensa su questa splendida isola e i suoi abitanti. Sono dei grandi umoristi, ad esempio. Lo si capisce guardando "Gira la ruota" un quiz dove i siciliani fanno finta di venire torturati dai milanesi ogni volta che sbagliano . Oppure E.R. Terroni in prima linea , telefilm-documentario dove un gruppo di Siciliani affronta le tragedie della guerra di Secessione. Dovrebbero informare meglio i giovani e su tutto, senza stupidi pregiudizi riguardo le altre popolazioni , la droga e il sesso . Tanto è meglio saperle prima e bene certe cose che tardi e male! Mia madre ad esempio era rimasta contrariata un giorno in cui aveva sospirato " Ah se potessi avere una femminuccia!"
Ed io le chiesi " e perché non l'hai fatto, mamma?"
E lei " Tesoro, ancora la cicogna non l'ha portato "
Ed io : " eh mamma perché non provi a cambiare uccello?".
Insomma , bisogna andarci per capirli. Io che ci sono andato ho capito benissimo come sono fatti i siciliani. Infatti quando sono andato a Palermo c'era una grande festa. A dir la verità ho passato un pomeriggio scialbo cercando il fiume Palermitano : il fiume Oreto . Chiedevo a chiunque ma mi rispondevano " Fiume??? Ah sì!!! Certo! Un tempo laggiù c'era l'umidità…" Ma io non capivo. La sera però che risate, amici miei! Mille luci di mille colori, bambini che si rincorrevano, anziani che giocavano a carte, donne che ballavano, donne che si facevano il rosario, il rosario che si faceva le donne ! Di tutto! Io ero stupito! Non sapevo cosa festeggiassero. Poi ho chiesto ad un giovanotto che passava per caso .
"Scusi ma qui cosa si festeggia?"
"Come cosa festeggiamo? Pensi che ieri è morto una persona , proprio qui in questa strada!"
"Si ma perché festeggiate?"
"Perché è la prima persona dopo qualche millennio a morire di morte naturale!!!!!"

Si , credo di esser uno dei pochi milanesi ad aver capito come sono fatti i siciliani.
Meno male che i Siciliani non hanno capito come sono fatto io, sono riuscito a fuggire prima.

GAThrawn
2001-11-08 18:55:00
scusate per l'errore.ora cancello




Thrawn
Grand'Ammiraglio della marina imperiale

"La sirena si alzo oltre il frastuono dello Star Destroyer e della battaglia e Pellaon riusci finalmente a girare la testa.
Thrawn era seduto con la schiena diritta sulla sua poltrona, l'espressione stranamente calma. Sull'uniforme candida da grand'ammiraglio si stava allargando una macchia rosso scuro. Al centro, in pieno petto, sporgeva l'impugnatora del pugnale di Rukh.
Thrawn lo vide, e con grande sorpresa di Pellaon, sorrise.
"Era una vera opera d'arte",sussurrò.
Il sorriso gli si spense sul volto e così la luce che brillava nei suoi occhi. Thrawn, l'ultimo dei grand'ammiragli, era morto."




Inizio 1