Golden Sun: l'alba oscura

Golden Sun Dark Dawn è il terzo capitolo della omonima serie nata nel lontano 2001 con il primo Golden…

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Golden Sun Dark Dawn è il terzo capitolo della omonima serie nata nel lontano 2001 con il primo Golden Sun su GBA e un seguito, Golden Sun The Lost Age (L’era Perduta in Italiano) uscito quasi 2 anni dopo.
Un JRPG leggermente particolare nato dalla collaborazione tra Nintendo e Camelot (che ricordiamo essere la sviluppatrice anche dei vari titoli sportivi dedicati a Mario e co. e della serie Shining Force) che esce a distanza di più di 7 anni dal secondo capitolo della serie.
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LA FINE DI UNA STORIA PORTA AD UN NUOVO INIZIO



Coloro che hanno terminato il secondo capitolo ricorderanno bene (tenterò di spoilerare il meno possibile per quei giocatori che ancora devono giocare i primi due capitoli e si buttano immediatamente sul terzo) il finale.
Le luci dei 4 fari elementali disseminati nel mondo morente di Weiard furono riaccesi da 8 guerrieri dotati di una straordinaria forza (chiamata Psinergia e coloro che possono utilizzarla vengono chiamati Adepti) conosciuta solo da una ristretta cerchia di persone, portando alla nascita del Sole D’oro (Golden Sun) e salvando così il pianeta; pare che tutto sia finito per il meglio, la pace è stata ripristinata nel mondo, ormai non vi è più alcun rischio che possa portare alla distruzione di Weiard…ma qualcosa non è andata secondo i piani.
La nascita del Sole D’oro ha portato molte catastrofi, terremoti, maremoti, nuove terre iniziano ad emergere, si scatenano terribili tempeste e altre catastrofi naturali si abbattono ovunque, come se tutto questo non bastasse dei buchi neri iniziano a comparire ovunque risucchiando qualsiasi cosa si trovi nelle loro vicinanze.
Queste sono le premesse che nel gioco verranno raccontate in una lunga scena introduttiva di circa 10 minuti , probabilmente avrebbero potuto dare la possibilità di velocizzarla o comunque saltarla, ma per qualche strana ragione ve la dovrete sorbire anche se già sapete cosa è accaduto, quel lungo discorso potrebbe comunque essere riassunto in un testo molto più breve.
Finita la cut-scene vi aspetta una scena introduttiva e poi dritti verso l’azione, in questo terzo episodio la nostra avventura inizierà utilizzando 3 successori di alcuni degli 8 eroi (conosciuti come i “Guerrieri di Vale”, nome preso dal villaggio degli Adepti, il villaggio di Vale) ed altri alleati che si aggiungeranno alla combriccola in seguito.
Per quanto la trama di Dark Dawn avvenga cronologicamente 30 anni dopo il secondo essa è fortemente collegata a quest’ultimo capitolo; quasi ogni avvenimento difatti è una conseguenza di tutto ciò che è avvenuto in precedenza, i riferimenti sono davvero molti, si trovano praticamente ovunque, dai dialoghi, agli ambienti molto simili (non per niente il mondo di gioco è lo stesso anche se morfologicamente modificato a causa della nascita del Sole D’oro) e alla OST che presenta alcuni arrangiamenti di vecchie glorie.
Coloro nuovi alla serie non si dovranno preoccupare considerando che Camelot sapendo questo ha ben pensato di mettere una enciclopedia all’interno del gioco stesso, in pratica durante qualsiasi dialogo vi potreste imbattere in alcune parole evidenziate in rosso (possono essere sia nomi di persone, di ambienti, oggetti e persino avvenimenti), in quel momento non dovrete fare altro che premere i tasti R,L o premere sul nome con il vostro fido pennino e nello schermo superiore apparirà una descrizione di ciò a cui si riferisce quella parola, utile sia per i neofiti che per i veterani considerando che i nomi che si riferiscono ad eventi passati avranno anche alcune informazioni del cambiamento che hanno subito (nel caso di ambienti e città) o la fine hanno fatto (nel caso di persone).
Parlando poi della trama di Dark Dawn occorre criticare il fatto come la “vera” trama inizi soltanto dopo circa 7-8 ore di gioco, prima di quel momento tutto si basa sull’esplorazione di vari dungeon, visitare nuove città e ritrovare vecchie conoscenze e vecchi ambienti modificati per l’occasione;  fortunatamente quando inizia ad ingranare il suo lavoro lo svolge egregiamente presentando una trama interessante e coinvolgente.
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FORMULA VINCENTE NON SI CAMBIA



Questo è ciò che devono aver pensato gli sviluppatori di Camelot e in fondo non pare giusto criticare troppo questo punto considerato che i primi due Golden Sun possedevano un gameplay molto particolare per il genere a cui appartengono, perché avrebbero dovuto cambiare un ottimo gameplay completamente originale?
Ma quali sono queste caratteristiche particolari di cui parlo? Presto detto,prima di tutto occorre parlare dei dungeon, se avete giocato almeno 1 o 2 JRPG sapete benissimo come siano strutturati, molte stanze messe un po’ qua e là, nella stragrande maggioranza corridoi il cui unico obiettivo è quello di brulicare di mostri, quindi decine e decine di scontri mentre percorrete dungeon pieni di inutili corridoi dove ciò che cambia è solo il loro design.
Nella serie Golden Sun non è mai stato così, i vari dungeon che incontrerete durante la vostra avventura infatti saranno dei veri e propri labirinti pieni zeppi di trappole ed enigmi da risolvere utilizzando la psinergia che regala anche fuori dalle battaglie moltissime abilità che dovrete sfruttare a vostro vantaggio per poter procedere (da segnalare la possibilità di utilizzare il pennino per poter scatenare le psinergie), volendo utilizzare un metro di paragone potremo dire che somigliano ai dungeon di uno Zelda a caso per la loro struttura, Dark Dawn non tradisce le aspettative e mantiene questa caratteristica.
A tutto questo aggiungiamo un sistema di combattimento abbastanza classico, dove verrà scelta l’azione che ogni membro del party dovrà svolgere, esso ha però una particolarità, nel mondo di Weiard sono infatti sparse delle creature appartenenti ai 4 elementi di terra, fuoco, aria e vento, chiamate “Djinn”, che dovrete catturare (spesso infatti saranno ben nascosti o difficili da raggiungere e dovrete sfruttare delle psinergie o  superare dei mini-dungeon per poterli raggiungere) e in seguito equipaggiare a vostro piacimenti tra i vostri membri del party, infatti oltre ai più classici equipaggiamenti Golden Sun ha sempre presentato questo sistema, a seconda del Djinn che equipaggerete cambieranno le statistiche, le psinergia e le debolezze del suddetto personaggio, senza contare che una volta utilizzato in battaglia (ognuno corrisponde ad una abilità particolare) potrete anche scatenare delle devastanti evocazioni, in seguito dovrete però aspettare una certa quantità di turni prima che il Djinn in questione venga “recuperato” per poterlo così rendere riutilizzabile.
L’ultima caratteristica particolare della serie è la onnipresente mancanza di informazioni che permea in ogni istante del gioco, infatti a differenza di praticamente tutti i JRPG in Golden Sun dovevamo noi andare a cercare le informazioni su ciò che avremmo dovuto fare in seguito, nessuno ci imboccava subito le informazioni e venivano passate letteralmente ore esplorando nuove zone ignote della mappa o cercando di ricavare qualche informazione utile dai vari abitanti di villaggi e paesi;  sfortunatamente questa caratteristica in Dark Dawn è andata persa, almeno per metà, con questo intendo dire che per la prima metà del gioco avrete sempre tutte le informazioni a portata di mano e saprete sempre cosa fare, quando inizierà la trama vera e propria invece si ritorna allo stile dei primi due Golden Sun, esplorazione, esplorazione e ancora esplorazione seguita dalla raccolta di informazioni.
In pratica avrete capito che se vi è piaciuto il gameplay dei vecchi episodi non potrete che rimanere entusiasti nello scoprire che tutte quelle meccaniche che avete amato sono state bene o male tutte mantenute anche in questo terzo episodio, riprendendo ciò che ho scritto all’inizio di questo paragrafo:”Formula vincente non si cambia” e dopotutto la serie è da sempre stata famosa per queste caratteristiche, apportare delle modifiche ad esse sarebbe come distruggere l’anima stessa della saga.
Per quanto riguarda gli scontri, tenete in considerazione che sono CASUALI….si, avete capito bene, se siete tra coloro che non riescono a tollerarli non vi dovete preoccupare assolutamente, la loro quantità è davvero minima ovunque e addirittura Camelot ha pensato bene di far sì che la loro percentuale fosse pressoche azzerata nelle zone che presentano enigmi, in questo modo non sarete interrotti continuamente mentre state tentando di risolverne uno particolarmente impegnativo, al massimo l’unica zona dove gli scontri si fanno sentire particolarmente è la famosa mappa del mondo presente in quasi tutti i JRPG, fortunatamente il tempo che passerete in essa è davvero minimo e corrisponde solo al momento di passaggio tra una ambiente e l’altro.
Un ultimo appunto per quanto riguarda le capacità del DS, esse infatti vengono utilizzate, cosa assolutamente rara per un JRPG dove generalmente è al massimo utilizzato il pennino per muoversi senza sfruttare nessun’altra capacità della console, oltre alla classica mappa degli ambienti situata nello schermo superiore esso potrà essere utilizzato anche per sapere i Djinn attivi in questo momento, mentre il pennino potrà essere utilizzato per governare la psinergia al di fuori delle battaglie e per scegliere ogni azione da fare durante gli scontri, ovviamente tutto è opzionale e i comandi principali rimangono i classici tasti, ma almeno dobbiamo apprezzare il fatto che abbiano deciso di sfruttare le capacità della console a cui appartiene questo titolo.
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TECNICAMENTE PARLANDO



Proprio come i precedenti capitoli anche in occasione di questo terzo episodio Camelot ha deciso di scegliere Sakuraba per svolgere il ruolo di compositore, famoso per aver composto le colonne sonore di molti Tales of, dei vari Star Ocean, Valkyrie Profile, Baten Kaitos e tanto altro; negli ultimi tempi questo compositore pur essendo estremamente talentuoso ha subito alcune critiche, infatti spesso molte delle tracce che compone somigliano ad altre che ha già composto in precedenza e dopotutto dopo aver composto colonne sonore per più di una trentina di titoli starà perdendo ispirazione; se pensate che Dark Dawn faccia eccezione….non è affatto così, il suo stile è immediatamente riconoscibile fin dai primi minuti di gioco sia nella schermata iniziale del titolo che nella scena introduttiva dove sentirete un’epica traccia in perfetto stile Sakuraba, quindi se adorate questo compositore non potrete che giure considerato che, tralasciando qualche traccia leggermente sottotono, la colonna sonora è qualitativamente elevata per le capacità di un Nintendo DS ed è all’altezza dei vecchi capitoli (e se non lo è poco ci manca), al contrario i suoi detrattori avranno soltanto nuove ragioni per proseguire le loro critiche.
Una piccola nota per gli effetti sonori, infatti molti sono stati riciclati dal primo e dal secondo capitolo, i primi esempi che vengono in mente sono l’effetto del salto o le urla dei mostri, probabilmente questa idea è stata applicata per garantire un effetto ancora maggiore di “nostalgia” nei fan della serie e se quella era l’intenzione il suo lavoro lo ha svolto egregiamente, ma provenendo da un GBA ( considerato comunque che i primi due Golden Sun possedevano una qualità stupefacente per la console da cui provenivano) la loro qualità è comunque inferiore se confrontata a quella di un DS e di conseguenza stonano leggermente col resto della OST.
Passando alla grafica vi è stato un grande cambiamento, mi riferisco al passaggio da 2D a 3D che alcuni hanno gradito e altri meno.
Quello che possiamo constatare con certezza è come questo passaggio sia avvenuto con successo, lo stile utilizzato nelle animazioni sia all’interno che al di fuori delle battaglie e nel design degli ambienti, nemici e personaggi ricalca fedelmente i precedenti episodi con successo, ci troviamo di fronte ad uno dei migliori titoli DS in campo 3D, durante l’esplorazione sarete accompagnati da uno stile particolarmente “chibi” (personaggi le cui dimensioni vengono alterate rendendoli piccoli), quando entrerete nelle battaglie invece lo stile si fa più serio, le dimensioni di personaggi e nemici diventano reali e inizia uno scontro spettacolare per fluidità dei movimenti di ogni singolo modello poligonale, nota estremamente positiva anche per gli effetti speciali, sempre spettacolari e mai banali o scadenti.
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AVVENTURE NEL MONDO DI WEIARD



Come tutti i JRPG che si rispettino Golden Sun Dark Dawn presenta qualche dozzina di ore di gioco per essere portato a termine, volendo stimare una quantità le ore di gioco si aggirano intorno alle 20-25 ore per la sola storia principale, sfortunatamente il ritmo non è sempre costante e prima di iniziare la vera trama passeranno circa 8 ore di gioco, in quel lasso di tempo qualche sbuffo di disinteresse potrebbe farsi sentire se non siete fan della serie, al contrario i fan difficilmente potranno staccare le loro mani dal DS finche non avranno portato a termine tutto ciò che è possibile fare in questa avventura.
Per quanto riguarda le sub quest, esse sono presente in quantità più che soddisfacente, oltre alle ore canoniche per terminare la storia avrete ancora molto da fare, prima di tutto la ricerca dei Djinn richiederà molto tempo, costanza, impegno e anche l’uso della materia grigia (anche se in genere non sono nulla di particolarmente cervellotico, più che altro sono nascosti in luoghi a volte assurdi), considerando poi che in tutto sono 83 capirete che prima di ottenerli tutti passerà molto tempo, da notare anche la presenza di varie evocazioni non obbligatorie situate in dungeon alternativi, a questo aggiungiamo anche il completamento dell’Albo di Weiard che dovremmo riempire di informazioni su ogni cosa presente nel gioco, è confermata anche la presenza di molteplici Boss e dungeon  opzionali.
Che dire, vi è molto da fare.
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7 ANNI SONO PASSATI, IL SOLE D’ORO SPLENDE ANCORA?



Un dubbio atroce che mi è rimasto impresso durante tutto il gioco.
Golden Sun Dark Dawn non è un titolo privo di lacune, vi sono alcuni difetti (alcuni avrebbero anche potuto eliminarli senza troppo impegno) più o meno fastidiosi e qualche dettagliato che avrebbero dovuto sfruttare meglio, ciò nonostante ci troviamo di fronte ad un titolo di alta qualità, ciò che sorprende è come questo terzo capitolo, proprio come fecero i suoi due predecessori, soddisfi sia i veterani del genere, sia i fan della serie, i neofiti del genere e anche coloro che si affacciano per la prima volta alla serie.
Siamo arrivati quindi alla fine di questa recensione, una recensione che ha dovuto aspettare più di 7 anni prima di essere scritta, i più si chiederanno se l’attesa è stata ripagata, un dubbio più che legittimo e in parte ciò è avvenuto, è comunque difficile rispondere in modo chiare senza rovinare la trama, capirete a cosa mi riferisco una volta che lo avrete finito.
Ora non resta che aspettare il quarto capitolo della serie che senza dubbio non tarderà (speriamo almeno non tarderà, altri 7 anni non credo sarebbero sopportati dai fan) ad arrivare, probabilmente su 3DS.

N.B: Come è già successo per i primi due Golden Sun, anche Dark Dawn sarà completamente tradotto in Italiano e considerando che è un JRPG è un fatto raro, meglio non sprecare questa occasione.

Scheda tecnica


Valutazione

Divertimento — 8.5
  • Ci mette alcune ore ad ingranare….
  • ….ma quando inizia svolge il suo lavoro egregiamente.
  • Immediato come pochi JRPG.
Sonoro — 8.5
  • Colonna sonora epica e memorabile.
  • Qualche traccia sottotono (non molte per carità).
  • Effetti sonori migliorabili
Grafica — 9.5
  • Fuori dagli scontri ha stile da vendere.
  • Durante gli scontri è fluida e spettacolare.
  • Effetti speciali curatissimi.
Giocabilità — 8.5
  • Il sistema dei Djinn funziona a meraviglia.
  • Ottimo design dei dungeon e ottimi enigmi….-….alcuni però un po’ troppo facili.
Longevità — 8
  • Storia principale longeva.
  • Buon numero di sub quest.
  • Ritmo di gioco altalenante.

Totale 8.5


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