Terza Generazione
E invece finì. Il periodo tra il 1981 e il 1984 fu estremamente negativo per il settore con una recessione…
E invece finì. Il periodo tra il 1981 e il 1984 fu estremamente negativo per il settore con una recessione che nessuno si aspettava. Da un giro d'affari in America di ben 3 miliardi di dollari nel culmine della seconda generazione si passò a soli 100 milioni in tutto il mondo nel 1985.
I motivi furono due e strettamente collegati. Il primo problema fu che il 2600 praticamente non venne mai aggiornato e utilizzava ancora supporti magnetici del 1977 dalla capacità bassissima. In parte Atari si giustificava dicendo che i medium delle postazioni coin-op erano troppo delicati per essere maneggiati con sicurezza dall'utente medio. In questo modo il divario tra macchine Arcade e casalinghe, inizialmente molto sottile, divenne un abisso. Gli utenti cominciarono a disinteressarsi delle console casalinghe facendo crollare il sistema, anche perché i programmatori impazzirono creando giochi abberranti. Il Pacman per il 2600 vende 100000 copie, ma fa intuire il disastro che doveva arrivare (ricordiamo che Atari fece ritirare il clone per Odissey 2 che era palesemente migliore). Anche la licenza di ET duramente conquistata venne utilizzata in maniera vergognosa. Il gioco venne programmato da tale Howard Scott Warshaw in un paio di settimane e fu molto brutto. Ma il colpo di genio fu di produrre più cartucce non solo rispetto alla domanda, ma al numero di 2600 venduti! Il risultato fu di dover ritirare 4 milioni di copie invendute!!!
Fosse stato solo questo il danno sarebbe andata a fondo solo l'Atari, ma il mercato era monopolizzato e le sue scelte erano quelle a cui tutti gli altri produttori si dovevano adeguare col risultato che andarono tutti a fondo assieme.
Emblematico il caso della Coleco che lanciò una console, il 'Coleco Vision', che utilizzava supporti magnetici ad alta densità, praticamente le comuni MusicCassette, ma venne di fatto boicottata dall'Atari. La Coleco però ci interessa da vicino per un'altro fatto. Vista la situazione di crisi tentarono di portare sulla loro console un arcade che in quel momento imperversava in salagiochi: Donkey Kong, prodotto da Nintendo e realizzato da Shigeru Miyamoto. Un rappresentate Coleco volò in Giappone e Hiroshi Yamauchi praticamente gli impose la licenza del gioco. Il rappresente accettò per evitare di lasciare spazio ad Atari o Mattel. La console ebbe un iniziale successo, oltre che con Donkey Kong, anche con Frogger, Galaxian e il solito Pacman. Addirittura venne prodotto un adattatore per cartucce del 2600.


Nel frattempo nascevano gli HomeComputer come i Commodore, gli IBM e gli Apple. Questi non erano specifici per il gioco e soffrivano di grandi limitazioni di memoria, ma il fatto di avere maggiore flessibilità permise loro di progredire per conto proprio e nel frattempo offrire una piattaforma diffusa per lo sviluppo di videogames.
Parentesi in particolare per la Commodore. L'esordio lo fece col VIC20 (di cui conservo ancora la scheda e la tastiera) col motto "Perchè comprare soltanto un videogioco?". Ecco la locandina sponsorizzata addirittura dal Capitano James T. Kirk dell'USS Enterprise, alias il Sergente Hooker, alias William Shatner.





Il '7800 Pro System' fu l'ultimo tentativo di Atari di ritornare nel mercato nel 1987 spostando la produzione in Taiwan. La console aveva prestazioni simili a quelle del NES. Ci girarono 'Kung Fu' e 'F18 Hornet'. In realtà la console era già pronta nel 1985, ma il nuovo proprietario Jack Tramiel (ex presidente Commodore) la lasciò maturare in soffitta (forse non sapeva che il silicio non è un frutto) e quando decise la distribuzione la console era obsoleta e il NES già spadroneggiava. La console alimentò un certo interesse solo tra i collezionisti.
Fu così che si concluse l'avventura dell'Atari, vittima di gente incompetente che avevano a disposizione un capitale enorme e un nome affermato e che riuscirono a inanellare una serie impressionante di sbagli colossali.

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