Starwing
Il capitolo di esordio di una delle serie Nintendo più amate, con tanto di grafica poligonale!
Starwing...
Quella di Star Fox è, indubbiamente, una delle saghe più affascinanti della Nintendo. Questa serie di videogiochi ha visto, nel tempo, alti (Su N64 e DS) e bassi (su GC), ma è su SNES che le avventure di Fox e compagni iniziano. Ed è subito successo.
La prima cosa che salta all’occhio di Starwing (che è, appunto, l’episodio per SNES che sto per recensire) è, ovviamente, la veste grafica. Il gioco, al contrario di quanto visto prima su qualsiasi console casalinga, presentava una veste grafica all’epoca strabiliante, essendo composta da poligoni. Questo effetto era ottenuto grazie all’uso del chip Super FX, integrato nella cartuccia, che aumentava le prestazioni grafiche del Super Nintendo, in modo da ottenere una grafica tridimensionale. Ma andiamo con ordine.
La trama è la seguente: Andross, un folle scienziato esiliato sul pianeta Venom, raduna un potente esercito e invade, uno ad uno, i vari pianeti del Sistema Lylat. Toccherà al prode Fox McCloud (una volpe), in compagnia di Falco Lombardi (un falco di dubbio passato), Slippy Toad (una rana) e Peppy Hare (un coniglio), bloccare su Corneria, quarto pianeta del Sistema, l’avanzata dell’esercito di Andross e passare al contrattacco, fino a giungere su Venom e sconfiggere il cattivone.
Il gioco è uno sparatutto a scorrimento in 3D, con visuale in terza persona. Praticamente lo scopo è andare avanti nei vari livelli, sparando a qualsiasi cosa si muova e abbattendo qualsiasi cosa si teme sia pericolosa, con l’ausilio anche di Power-Up come bombe, che fanno un botto pazzesco, o Laser. Quando si finisce un livello compare il solito cattivone più cattivo degli altri (ma meno di Andross) che tenterà di ridurvi in polpette: è il Boss di fine livello. Studiate il sistema per abbatterlo, e mandatelo a miglior vita per passare al pianeta successivo. Il tutto con l’aiuto degli altri tre membri della squadra, che proveranno anch’essi a bersagliare i nemici, ma pure loro saranno dotati di una barra dell’energia, e ciò sta a significare che anche loro possono decedere.
Prima di iniziare l’avventure viene permesso al giocatore di scegliere uno dei tre percorsi effettuabili, e a seconda del percorso scelto varia la difficoltà e i pianeti: gli unici due corpi celesti presenti nei tre percorsi sono Corneria (il pianeta di partenza) e Venom (il pianeta di arrivo).
Come già detto, graficamente parlando il gioco si presenta benissimo, con i suoi poligoni messi bene in mostra, che all’epoca dell’uscita davano al gioco un che di sensazionale. Purtroppo Starwing, come tutti i suoi simili a poligoni nudi, è invecchiato male e giocarlo adesso non dà lo stesso piacere che magari dava giocarlo nel 1993, sebbene la strana sensazione di metafisica sia rimasta.
Il sonoro risulta molto ben fatto. Del resto, l’autore delle musiche è Koji Kondo, che ha musicato anche la serie di Zelda e quella di Mario, nonché l’episodio per N64 di Star Fox. Riguardo la longevità, ci sarebbe da dire che il gioco in sè è breve, ma la possibilità di fare più percorsi aggiunge rigiocabilità, e quindi allunga di parecchio la durata di Starwing, che comunque non risulta essere elevata.
La giocabilità, invece, è molto elevata: come nella stragrande maggioranza dei giochi Nintendo, i comandi sono semplici e immediati, e poi non è che ci siano grandi cose da fare che complicano il gioco, solo la distruzione di tutto ciò che si muove sullo schermo. Concludendo, Starwing è un bellissimo videogheim, un ottimo incipit per quella che è una delle migliori saghe di Nintendo, nonché un gioco dotato di una grafica semplicemente sbalorditiva per l’epoca. Da provare.
Valutazione
- Grafica — 9
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- Sonoro — 9
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- Giocabilità — 8
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- Longevità — 7
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- Innovazione — 8
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Totale 8.5
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