Mortal Kombat 2
Mi accingo ad esaminare il capitolo a mio parere più riuscito della saga che, insieme a quella di Street…
Mi accingo ad esaminare il capitolo a mio parere più riuscito della saga che, insieme a quella di Street Fighter 2, giocava le sue carte per avere il predominio nel settore dei pichiaduro.
Era una questione di amore o odio: Infatti la grande innovazione portata dal primo MK con la sua grafica basata sull’animazione degli sprites principali partendo da foto digitalizzate di persone reali non fu accolta in maniera unanime dalla critica e dai giocatori.
Io ne fui subito colpito, perché grazie a quella tecnica per la prima volta ebbi una sensazione di realismo in un videogioco(mi riferisco EVIDENTEMENTE solo alla grafica dei personaggi), e quando misi le mani su questo secondo capitolo ne fui estasiato.
Il numero dei personaggi è cresciuto parecchio rispetto al primo episodio, ma soprattutto è cresciuto il numero degli stili diversi di combattimento: infatti, fatta eccezione per il trio Scorpion – Sub Zero – Reptile e la coppia Kitana - Mileena, i vari personaggi hanno tipologie di mosse molto diverse tra di loro, sia come esecuzione sul joypad, sia come risultato, in termini di potenza e velocità della mossa.
E poi non si può non parlare della principale differenza con i picchiaduro contemporanei: il contesto di sangue, violenza e morte, che non solo aveva il merito di attirare tanti ragazzini(come me, avevo 12 anni…), ma dava un tocco di stile in più al gioco, e le varie mosse finali, ossia le Fatalities, ma anche le Babalities e le Friendship(rispettivamente la trasformazione dell’avversario in bambino –memorabile la versione “baby” di Baraka- e un gesto di amicizia da parte del combattente –ad esempio Johnny Cage che è un attore autografa con dedica una sua foto-), contribuiscono ad aumentare la longevità, anche in singolo, di un titolo che in multiplayer è pressoché infinito.
Il sonoro? Beh, si poteva fare di meglio.
Per quanto riguarda le musiche il gap con Street Fighter è piuttosto marcato, infatti l’ambientazione dark del gioco ha costretto i programmatori a scrivere colonne sonore piuttosto semplici, che stanno bene come sottofondo, ma non coinvolgono come quelle del gioco Capcom.
Gli effetti sonori sono discreti ma troppo pochi: tutti i personaggi maschi tranne Liu Kang fanno gli stessi versi a seconda dei colpi che sferrano e ricevono(eccezion fatta per il mitico “come here” dell’arpione di Scorpion), e lo stesso vale per le donne(Due e praticamente identiche).
La giocabilità e per me il punto forte di questo gioco: l’azione è frenetica, c’è una velocità di movimento mai vista fino ad allora in un beat ‘em up, e le mosse sono facilmente eseguibili, anche grazie all’ottimo pad del super nintendo che risponde benissimo e dispone di tutti i tasti necessari(ossia sei per cinque azioni: pugno basso –B- e alto –Y- , calcio basso –A- e alto –X-, parata –L e R-), insomma c’è tutto quello di cui c’è bisogno.
Ultima cosa, la grande quantità di cheats che permettono di far rinascere l’interesse nella cartuccia anche quando ci si è giocato allo sfinimento.
E poi la grande soddisfazione di rigiocarci dopo undici anni e ricordarsi tutte le fatalities!!! (modestamente ) Un gioco che deve far parte della collezione di titoli di ogni fanatico di picchiaduro, immortale, a dispetto del nome!
Valutazione
- Sonoro — 5
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- Grafica — 9
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- Giocabilità — 8
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- Longevità — 8
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- Innovazione — 7
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Totale 7.5
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