Donkey Kong Country

IL RITORNO DELLO SCIMMIONELa storia di Donkey Kong ormai la sapete tutti: primo e vero personaggio della&hellip

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IL RITORNO DELLO SCIMMIONE



La storia di Donkey Kong ormai la sapete tutti: primo e vero personaggio della Nintendo, lo scimmione si fece largo nei primissimi anni '80 lanciando barili a Jumpman (il futuro Mario) e scalando grattacieli. Messo ben presto da parte, finì nel dimenticatoio per una decina di anni circa, finchè la Rare non decise di riesumarlo in grande stile reinventandosi un background in cui inserirlo, con personaggi e nemici creati apposta per lui. Ecco così nascere Donkey Kong Country, un platform dalla grafica rivoluzionaria che spopolò nella metà degli anni '90.

I FONDAMENTALI



La trama non è nulla di originale, ma vede coinvolti i nuovi personaggi e i nuovi nemici che la Rare ha messo accanto a DK. I kremlings, una dispettosa razza di orrendi rettili antropomorfi capeggiati da King K.Rool, un bel giorno decidono di rubare le banane allo scimmione. Probabilmente, essendo i kremlings carnivori (avete mai visto una lucertola mangiare una banana???), lo fanno appositamente per dispetto.
Donkey Kong parte alla volta delle banane perdute assieme a Diddy, il suo piccolo amico.
Il pretesto dà così il via al classico platform bidimensionale, dove le azioni da compiere sono correre, saltare, evitare i cattivoni e arrivare al traguardo.
Il gioco è composto da 6 mondi, e ognuno di loro possiede una mappa dettagliata con un percorso da seguire, che ci offrirà un certo numero di livelli per mondo. Le ambientazioni sono piuttosto varie, e spesso di matrice esotica: dopo aver scorazzato in lungo e in largo per la giungla, dovremo affrontare caverne, miniere, pinete, barriere coralline, antichi templi, città arboricole, ghiacciai e fabbriche inquinate.
Il gameplay, come già detto, è qualcosa di già visto negli innumerevoli platform che spopolavano negli anni '90 (il genere era molto in voga)...quindi nulla di originale. Alla fin fine tutto ruota attorno alla possibilità di usare due personaggi e di saperne sfruttare le peculiarità: Donkey Kong è più massiccio, e potrà abbattere i nemici più grossi senza batter ciglio pagando però dazio in agilità; Diddy, invece, come prevedibile è più debole ma più svelto e agile. Potremo trovare il compagno in appositi barili e scegliere chi utilizzare, mentre l'altro ci seguirà automaticamente pronto a prendere il comando alla bisogna o nel caso che il primo venga colpito.
Un minimo di varietà al gameplay viene offerto dagli amici animali, alcune simpatiche creature che potremo trovare in apposite casse e che potremo cavalcare per sfruttare le loro abilità: c'è il massiccio e potente rinoceronte Rambi, che sbaraglia i nemici col suo corno, il pesce spada Enguarde che si fa strada col suo naso, l'agilissima rana Winky e il rapidissimo struzzo Expresso, senza dimenticare Squawks il pappagallo, che con una torcia ci farà strada nelle grotte più buie.
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LATO TECNICO



La cosa che più salta all'occhio giocando DKC, e soprattutto giocandolo con l'occhio di quei tempi, è il comparto grafico: nel 1994 lo scimmione stupì il mondo con una grafica sbalorditiva, che faceva impallidire tutte le altre produzioni a 16 bit stabilendo nuovi standard qualitativi. Prima di DKC era impossibile immaginare una grafica così su SNES. Tutto merito degli sforzi della Rare e del suo nuovo motore grafico, che riuscì a infilare in una cartuccia l'impensabile. Colori, sfondi, animazioni...tutto ha fatto gridare al miracolo. La Rare aveva anche avuto il merito di resuscitare Donkey Kong, di dargli un look e un background completamente nuovi (il ciuffo e la cravatta rossa, la giungla, l'isola Kong), di inventarsi storia e personaggi credibili e simpatici (Diddy, Cranky, Funky, la fidanzata Candy e il cattivone K.Rool) e di rilanciarlo in grande stile. Anche il comparto sonoro è ottimo, con musichette e jingle indimenticabili per gli aficionados dell'epoca.
Tuttavia, per infilare una tale grafica e un tale sonoro in una cartuccia, altre cose sono state trascurate; tanto per cominciare il gameplay è poco vario, i power-up e gli oggetti sono di pochi tipi e le fila dei nemici contano poche tipologie di creature ostili, ripetute in più versioni. Anche il level design, a dire il vero, è poco ispirato rispetto ad altri platform dell'epoca (Super Mario World e Yoshi's Island, in questo senso, sono anni luce avanti) e poco vario. Fortunatamente DKC resta sempre immediato e divertente, e una partita la si gioca sempre volentieri. Per completare il gioco bastano un paio d'orette, ma per trovare tutte le aree bonus (alcune davvero ben nascoste) ci vorrà un pò: ciò dona al gioco una buona longevità...anche se la mancanza di livelli e/o mondi segreti influisce negativamente su di essa, mancanza questa che verrà corretta nei sequel.
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CONCLUDENDO



Senza dubbio DKC è una pietra miliare per SNES, un gioco che merita senza dubbio di essere giocato e rigiocato per la sua importanza storica e per quello che ha significato per l'epoca e per il SNES. Non potete considerarvi dei veterani se non l'avete almeno provato. Tuttavia, anche se resta sempre un ottimo gioco, non eccelle in alcune caratteristiche: accanto a una grafica sbalorditiva per l'epoca e a un ottimo comparto sonoro, troviamo un level design scarsamente ispirato e nemmeno lontanamente paragonabile ai giochi di Mario dell'epoca. Obiettivamente, però, è uno dei migliori titoli SNES dell'epoca e uno dei più simpatici e importanti.

Scheda tecnica


Valutazione

Sonoro — 9
Grafica — 9.5
Giocabilità — 9
Longevità — 9

Totale 9.1


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