Pokémon
Nati da un'idea di Satoshi Tajiri hanno il cuore di milioni di ragazzi, questa è la storia dei Pokémon
Ciao a tutti, cari amici della grande N! Mettetevi comodi perché oggi voglio portarvi indietro nel tempo, in quel magico e un po' folle periodo dei primi anni Novanta, quando un giovane Satoshi Tajiri passava le sue giornate a osservare gli insetti nei prati di Machida. Se non fosse stato per la sua passione da collezionista e per quella vena di nostalgia verso una natura che stava scomparendo sotto il cemento delle metropoli giapponesi, oggi probabilmente non sapremmo nemmeno cosa sia una Poké Ball. Tajiri-san sognava di trasmettere ai bambini di città la stessa gioia che provava lui nel catturare creature viventi, e quando vide due Game Boy collegati tramite il mitico Game Link Cable, ebbe l'illuminazione definitiva: immaginò piccoli mostriciattoli che correvano lungo quel filo. Fu una genesi lunga e faticosa, durata ben sei anni e costata quasi il fallimento di Game Freak, tanto che il leggendario Shigeru Miyamoto dovette intervenire personalmente per fare da mentore al progetto, suggerendo persino l'idea di creare due versioni diverse del gioco per incentivare lo scambio.
Il debutto con Rosso e Verde in Giappone, diventati poi Rosso e Blu nel resto del mondo, fu un terremoto silenzioso che si trasformò rapidamente in uno tsunami culturale. Da quei primi 151 pixelosi amici siamo passati attraverso un'epopea che ha toccato vette indimenticabili: pensate alla rivoluzione del colore e del ciclo giorno-notte di Oro e Argento, o alla raffinatezza tecnica di Rubino e Zaffiro su Game Boy Advance. Abbiamo poi esplorato le terre di Sinnoh con Diamante e Perla, vissuto narrazioni più mature in Nero e Bianco e fatto il salto nel 3D con X e Y su Nintendo 3DS. L'evoluzione è proseguita senza sosta tra i paradisi tropicali di Sole e Luna, fino ad arrivare all'esplosione open world di Spada e Scudo e al recentissimo, chiacchieratissimo Scarlatto e Violetto, che nonostante qualche spigolo tecnico ha riscritto le regole della libertà d'esplorazione a Paldea.
L'influenza di Pokémon sull'intera industria dei videogame è qualcosa di quasi incalcolabile, un vero e proprio "effetto Mewtwo" che ha cambiato il DNA del mercato. Non si è trattato solo di vendere milioni di cartucce, ma di inventare un nuovo modo di intendere il gioco come esperienza sociale e transmediale. Prima dei mostriciattoli tascabili, l'idea che un videogioco potesse generare un impero fatto di GCC, serie animate, film e merchandise infinito era pura utopia. Hanno sdoganato il concetto di "collezionismo digitale" molto prima che diventasse una moda globale e hanno dimostrato che il gameplay può superare di gran lunga la potenza bruta dell'hardware. Ancora oggi, ogni volta che accendiamo una console Nintendo, respiriamo quell'eredità fatta di amicizia, strategia e quel brivido indescrivibile che si prova quando la Poké Ball smette di oscillare e scatta il fatidico "click".
Commenti
Al momento non ci sono commenti