The Wizard Il piccolo grande mago dei videogames

Tra i classici del cinema videoludico, “The Wizard” ha sicuramente un posto nell’empireo delle…

wizard locandina
Tra i classici del cinema videoludico, “The Wizard” ha sicuramente un posto nell’empireo delle pellicole che hanno fatto storia. Meglio noto dalle nostre parti come “Il piccolo grande mago dei videogames” (come al solito tanto di cappello all’adattamento italiano per aver arricchito il titolo con una così irrinunciabile abbondanza descrittiva), questo film rappresentò sia uno dei pochi tentativi di imperniare una sceneggiatura intorno ad un soggetto puramente videoludico, sia - per gli stessi motivi - un caso piuttosto manifesto e a tratti patetico di film-sponsorizzazione.
Prodotto nel 1989 (anno che viene ricordato proprio per la creazione di questo film, oltre che per un paio di bagatelle storiche), “The Wizard” vede infatti al centro della sua narrazione la particolare vicenda umana del protagonista, Jimmy, un ragazzino timido e socialmente alienato a causa di un dramma familiare, che tuttavia riesce a dare il meglio di se solo all’interno dell’universo dei videogiochi.
Proprio per questo motivo, incoraggiato dal fratellastro Corey, Jimmy decide di intraprendere una “lunga marcia” verso Los Angeles per partecipare al “Videogames Armageddon”, fantomatico evento nel quale si deciderà il più forte videogiocatore degli States. A questo scheletro narrativo ovviamente sono da aggiungere alcuni dettagli, come la presenza di un paio di antagonisti all’acqua di rose – uno sfidante fanatico del Power Glove e un “acchiappa bambini” senza scrupoli – e la trasformazione del film in un inevitabile percorso di formazione che vedrà il nostro eroe e la sua famiglia ritrovarsi alla fine di questo cammino.
The wizard
Come accennato, nel film la componente videoludica è fondamentale, tanto da aver suscitato più di un dubbio sulla natura pubblicitaria dell’intera produzione. Durante l’intero minutaggio della pellicola la presenza della Nintendo è, per esser onesti, per lo meno clamorosa: la presentazione del Power Glove avviene secondo dei canoni tipicamente pubblicitari, con tanto di slogan finale (“I love Power Glove”), mentre Super Mario Bros. 3 è il vero e proprio gioco cardine dell’intero film, attorno al quale verte la sfida finale del “Videogames Armageddon”. Tuttavia, pur prendendo atto della natura subliminale di questa produzione, anche se parlare di subliminalità in un caso in cui la pubblicità è più manifesta di uno striscione in curva sud è quasi ridicolo, i videogiochi si susseguono nel corso del film andando a costituire un elemento strutturale della trama pur restando nella loro forma naturale. Ovvero in “The Wizard” si inseriscono e si sottolineano i videogiochi come elemento sociale della realtà, senza che questo comporti lo sforamento in realtà fantascientifiche (vedi “Tron”) o l’utilizzo del plot narrativo del videogioco come trama di film che in realtà non parla del videogiocare in sé (vedi “Super Mario Bros. The Movie”).
Per fare un parallelo, in “The Wizard” accade come nella famosa scena di “Ritorno al futuro” in cui Michael J. Fox fa il gradasso con il cabinato di Wild Gunman: anche in questo caso siamo di fronte ad un film nel quale il videogioco interpreta veramente se stesso con tutti i suoi attributi e le sue caratteristiche (la ricerca del record, la possibilità di fungere da aggregatore sociale, ma anche da mezzo per fuggire dalla realtà). Questo modo di raccontare i videogiochi come tali avviene, nel corso del film, attraverso l’uso sia del coin up (Double Dragon, ecc.) che dei titoli classici per console, di cui SMB3 è l’alfiere assoluto.
Parlando più in generale del film in sé, ritengo sia corretto ammettere che siamo di fronte ad una pellicola che, nel tentativo di mescolare più generi, alla fine non riesce nell’intento di svilupparne nessuno. In generale, i toni del film sono per lo più drammatici e legati alla vicenda umana del protagonista. Tuttavia non mancano, e vedendo il trailer si può affermare che il film fosse stato venduto come tale, gli elementi della commedia per ragazzi. Nel tentativo di mischiare questi due filoni drammaturgici si è prodotto un minestrone che lascia per lo meno perplessi: il film è sì drammatico per ampi tratti, ma non riesce mai ad andare minimamente a fondo di alcuna questione...e d’altra parte, visto che è un film fatto quasi esclusivamente per sponsorizzare Super Mario, il calcare la mano sul dolore, sulla solitudine e sull’introspezione familiare sarebbe stato quantomeno controproducente. Nonostante questo, vi è un’ampia parte dai toni seppur flebilmente drammatici che “inquina” quella che è la componente comedy dell’intera baracca: la gioia o il divertimento delle situazioni non sono mai piene nel corso della pellicola, non vi sono momenti veramente esilaranti o tantomeno gasanti (pensiamo ai classici del genere, vedi i vari “Mamma ho perso l’aereo” et similia) che possono permettere al film di essere considerato una commedia ed in generale, alla fine della visione, non si sa se sentirsi divertiti, rasserenati o forse ancora sgomenti.
The wizard (sulla sinistra Tobey McGuire)
Per il resto, il film è guardabile, a molti anni di distanza, come una sorta di caso clinico particolare di film sponsorizzazione. Oggi se ne vedono molti di film che tentano messaggi subliminali piuttosto evidenti e limitati - tra i primi che ricordo, quello di “Halo 2” in “L’altra sporca ultima meta” con Adam Sandler, quello di “Madden” in “The Break up” (da noi magistralmente trasformato in “Ti odio, ti lascio, ti...”) oppure quello recentissimo e piuttosto esteso di “Guitar Hero” ne “L’isola delle coppie” – tuttavia quanto avvenuto con “The Wizard” difficilmente trova un termine di paragone accettabile.
Non è un caso che il suddetto film pare abbia avuto un notevole impatto nel lancio USA di Super Mario Bros. 3, sbandierato nella pellicola come il non-plus-ultra delle novità, così come non è un caso che a distanza di anni il film abbia una buona fetta di appassionati/devoti che, tanto per dirne una, nel 2008 hanno dato vita, in Texas, ad un raduno dedicato alla pellicola, al quale sono stati invitati anche i protagonisti del film, ormai bolsi e terribilmente sconosciuti (unica eccezione: Tobey McGuire, che in “The Wizard” fa una comparsata minuscola, ma che adesso è l’attore che tutti conosciamo nei panni di “SpiderMan”).
Ultima curiosità: il film è completamente online su Youtube, diviso in diverse parti ed in lingua originale. Se siete curiosi, vi bastano due o tre click per vederlo...

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