Sim City DS
Quando fu annunciato e mostrato al pubblico il Nintendo DS, furono in pochi gli sviluppatori a mostrare…
Quando fu annunciato e mostrato al pubblico il Nintendo DS, furono in pochi gli sviluppatori a mostrare una reale convinzione sulle potenzialità del 64 bit Nintendo. Certo, era simpatica l'idea Nintendo di innovare, ma si sentiva un po' la puzza di una console dallo scarso appeal commerciale, specialmente in confronto alla PSP. I primi titoli annunciati da EA sembravano voler seguire tale linea e siti come Gamespot dichiaravano EA "calda" sul fronte PSP e assai "fredda" su quello DS.
Due anni dopo, ci troviamo a parlare di quasi 50 milioni di DS venduti e di una EA che da brava volpe pubblica esclusive sulla console Nintendo, comprese quelle di alcuni suoi marchi storici, vedi Sim city.
Come detto, Sim city è un franchise che ormai può ben dirsi storico e forse molti di voi lo hanno sperimentato sin dai tempi del Super Nes, prima che il titolo facesse un effettivo boom di vendite nelle svariate versioni PC. Lo scopo del gioco è sempre lo stesso: costruire una metropoli e riuscire a farla funzionare, mantenendo in equilibrio ambiente, soldi, persone, strutture e via dicendo. Più facile a dirsi che a farsi, senza dubbio.
Sim City è incasellabile nel segmento degli strategici di pianificazione - gestionali, ovvero in quella branca di titoli che necessitano per loro stessa natura decisioni riflessive e ben calibrate: ogni mossa ha un suo prezzo...costruire o smantellare edifici, con i relativi costi di manutenzione, significherà incidere significativamente sui vostri bilanci, anch'essi da osservare con pazienza.
Questa versione per DS ha preso chiaramente spunto dalle caratteristiche della console per evolversi e modellarsi attorno ad esse, come sempre dovrebbe essere. Il sistema di controllo è affidato allo schermo tattile, affiancabile per motivi di comodità dalla croce per spostare la visuale. Col pennino si delineano dunque strisce di quartieri o di imprese, di parchi o di discariche, a seconda delle esigenze. Il lavoro fatto da EA in questo senso è molto buono: la meccanica di navigazione tra i menù e le varie opzioni selezionabili è agile e comoda, quasi al livello di quella apprezzata su PC.
L'interfaccia è piuttosto chiara, in modo tale da rendere la complessità strategica della serie accessibile un po' a tutti: attraverso lo sfruttamento dei due schermi è infatti possibile osservare in tempo reale sia la città nella sua versione fisica che nella sua dimensione strutturale.
Come detto in precedenza, costruire una metropoli non è un compito che si può facilmente conciliare con prese di posizione estreme. Proprio in questo forse risiede il maggior valore "riflessivo" di Sim City. Il titolo EA infatti ci da una bella dimostrazione di come la politica democratica, in nuce, sia sostanzialmente il risultato di una costante opera di mediazione e di compromesso. Sarebbe bellissimo costruire una città con biblioteche ad ogni angolo, enormi spazi verdi e magari senza tasse, ma essa, nel gioco come forse nella realtà , risulterebbe un'utopia anche nel breve termine. I bilanci si assottiglierebbero, i lavoratori pubblici pretenderebbero il loro salario, e alla fine arriverebbe il game over per debiti. Stesso discorso in prospettiva rovesciata: dove può portare una città zeppa di industrie inquinanti e di servizi commerciali, se poi nessuno vuole abitarvi e, di conseguenza, pagarci le tasse?
Sim City educa dunque, in prospettiva giocosa, a tenere a mente quelle che sono le complesse geometrie di una struttura urbana, ponendo il giocatore di fronte a scelte che possono sì avere un determinato taglio politico, ma che causeranno, qualora attuate con irresponsabilità , un inevitabile crak.
Tornando un attimo al gioco in sè, questa versione DS aggiunge, oltre alle variazioni nel sistema di controllo, anche un paio di novità nel gameplay vero e proprio. La presenza di un bizzarro consigliere e di ancor più bizzarri cittadini riuscirà forse a strapparvi un sorriso (senza essere realmente utile), mentre i minigiochi a base di pennino ben presto diventeranno una mera routine, non essendo altro che piccole emulazioni non troppo brillanti di idee riprese da Wario Ware.
L'aspetto tecnico di Sim City è tutto sommato relativamente rilevante, visto che comunque l'obiettivo principale di effettuare una buona trasposizione adatta al DS della serie EA è stata raggiunto. Volendo andare nel particolare, la grafica è carina e piuttosto chiara, sia dal punto di vista stilistico che iconico. I personaggi "umanoidi" sono un tantino bruttini, ma nel complesso simpatici, specialmente per merito dell'ottima traduzione a livello di dialoghi. La visione della città dall'alto non è nè spettacolare nè dettagliatissima, ma riesce comunque a fornire un sufficiente impatto visivo.
Discorso differente per il sonoro, anonimo su tutta la linea. Vero è che un gioco come Sim City non ha bisogno, de facto, di colonna sonora, ma ci si poteva comunque schiodare da una simile assenza.
Dulcis in fundo, la longevità: decisamente buona. Vasta la modalità singola, con numerose missioni e gradi di difficoltà, e la prospettiva di rigiocabilità libera, realmente straodinaria in titoli di questo tipo, dove il divertimento è sempre elevatissimo per gli appassionati. Un tantino limitato il multiplayer, per motivi quasi "fisiologici".
Alla fine dei conti, cosa altro dire di questo buon titolo della EA? Niente, senonchè esso merita indubbiamente attenzione da parte di tutti gli appassionati dei titoli strategici. Nulla di nuovo sotto il sole per i nemici storici del genere, che potranno tranquillamente aspettare gestionali meno ortodossi. In generale, un acquisto consigliato.
Due anni dopo, ci troviamo a parlare di quasi 50 milioni di DS venduti e di una EA che da brava volpe pubblica esclusive sulla console Nintendo, comprese quelle di alcuni suoi marchi storici, vedi Sim city.
LA CITTA' CHE SALE
Come detto, Sim city è un franchise che ormai può ben dirsi storico e forse molti di voi lo hanno sperimentato sin dai tempi del Super Nes, prima che il titolo facesse un effettivo boom di vendite nelle svariate versioni PC. Lo scopo del gioco è sempre lo stesso: costruire una metropoli e riuscire a farla funzionare, mantenendo in equilibrio ambiente, soldi, persone, strutture e via dicendo. Più facile a dirsi che a farsi, senza dubbio.
Sim City è incasellabile nel segmento degli strategici di pianificazione - gestionali, ovvero in quella branca di titoli che necessitano per loro stessa natura decisioni riflessive e ben calibrate: ogni mossa ha un suo prezzo...costruire o smantellare edifici, con i relativi costi di manutenzione, significherà incidere significativamente sui vostri bilanci, anch'essi da osservare con pazienza.
Questa versione per DS ha preso chiaramente spunto dalle caratteristiche della console per evolversi e modellarsi attorno ad esse, come sempre dovrebbe essere. Il sistema di controllo è affidato allo schermo tattile, affiancabile per motivi di comodità dalla croce per spostare la visuale. Col pennino si delineano dunque strisce di quartieri o di imprese, di parchi o di discariche, a seconda delle esigenze. Il lavoro fatto da EA in questo senso è molto buono: la meccanica di navigazione tra i menù e le varie opzioni selezionabili è agile e comoda, quasi al livello di quella apprezzata su PC.
L'interfaccia è piuttosto chiara, in modo tale da rendere la complessità strategica della serie accessibile un po' a tutti: attraverso lo sfruttamento dei due schermi è infatti possibile osservare in tempo reale sia la città nella sua versione fisica che nella sua dimensione strutturale.
L'IMPRESA IRRESPONSABILE
Come detto in precedenza, costruire una metropoli non è un compito che si può facilmente conciliare con prese di posizione estreme. Proprio in questo forse risiede il maggior valore "riflessivo" di Sim City. Il titolo EA infatti ci da una bella dimostrazione di come la politica democratica, in nuce, sia sostanzialmente il risultato di una costante opera di mediazione e di compromesso. Sarebbe bellissimo costruire una città con biblioteche ad ogni angolo, enormi spazi verdi e magari senza tasse, ma essa, nel gioco come forse nella realtà , risulterebbe un'utopia anche nel breve termine. I bilanci si assottiglierebbero, i lavoratori pubblici pretenderebbero il loro salario, e alla fine arriverebbe il game over per debiti. Stesso discorso in prospettiva rovesciata: dove può portare una città zeppa di industrie inquinanti e di servizi commerciali, se poi nessuno vuole abitarvi e, di conseguenza, pagarci le tasse?
Sim City educa dunque, in prospettiva giocosa, a tenere a mente quelle che sono le complesse geometrie di una struttura urbana, ponendo il giocatore di fronte a scelte che possono sì avere un determinato taglio politico, ma che causeranno, qualora attuate con irresponsabilità , un inevitabile crak.
Tornando un attimo al gioco in sè, questa versione DS aggiunge, oltre alle variazioni nel sistema di controllo, anche un paio di novità nel gameplay vero e proprio. La presenza di un bizzarro consigliere e di ancor più bizzarri cittadini riuscirà forse a strapparvi un sorriso (senza essere realmente utile), mentre i minigiochi a base di pennino ben presto diventeranno una mera routine, non essendo altro che piccole emulazioni non troppo brillanti di idee riprese da Wario Ware.
CEMENTO
L'aspetto tecnico di Sim City è tutto sommato relativamente rilevante, visto che comunque l'obiettivo principale di effettuare una buona trasposizione adatta al DS della serie EA è stata raggiunto. Volendo andare nel particolare, la grafica è carina e piuttosto chiara, sia dal punto di vista stilistico che iconico. I personaggi "umanoidi" sono un tantino bruttini, ma nel complesso simpatici, specialmente per merito dell'ottima traduzione a livello di dialoghi. La visione della città dall'alto non è nè spettacolare nè dettagliatissima, ma riesce comunque a fornire un sufficiente impatto visivo.
Discorso differente per il sonoro, anonimo su tutta la linea. Vero è che un gioco come Sim City non ha bisogno, de facto, di colonna sonora, ma ci si poteva comunque schiodare da una simile assenza.
Dulcis in fundo, la longevità: decisamente buona. Vasta la modalità singola, con numerose missioni e gradi di difficoltà, e la prospettiva di rigiocabilità libera, realmente straodinaria in titoli di questo tipo, dove il divertimento è sempre elevatissimo per gli appassionati. Un tantino limitato il multiplayer, per motivi quasi "fisiologici".
CONCLUDENDO
Alla fine dei conti, cosa altro dire di questo buon titolo della EA? Niente, senonchè esso merita indubbiamente attenzione da parte di tutti gli appassionati dei titoli strategici. Nulla di nuovo sotto il sole per i nemici storici del genere, che potranno tranquillamente aspettare gestionali meno ortodossi. In generale, un acquisto consigliato.
Valutazione
- Divertimento — 7.5
-
- Appassionante nel breve e lungo periodo.
- Sonoro — 6
-
- Anonimo, seppur in linea coi ritmi di gioco.
- Grafica — 6.5
-
- Funzionale allo scopo e decorosa.
- Giocabilità — 7.5
-
- Molto bene il touch screen.
- Minigiochi un po' miseri.
- Longevità — 7.5
-
- Buona modalità singola e rigiocabilità .
- Multiplayer stiracchiato.
Totale 7.5
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