Mario & Luigi: Fratelli nel tempo
Il genere Rpg, insieme allo strategico, è sicuramente uno di quelli che più facilmente si adatta alle…
Il genere Rpg, insieme allo strategico, è sicuramente uno di quelli che più facilmente si adatta alle nuove caratteristiche del Nintendo DS.
Nonostante questa "affinità elettiva", gli Rpg debuttano su doppio schermo solo in questo Gennaio 2006, grazie a Mario e Luigi: partners in time. Seguito ufficioso del granitico Superstar Saga e ultimo erede della serie Rpg Nintendo, Partners in Time si presenta con le caratteristiche adatte per diventare subito il punto di riferimento del genere, come è successo già ad Advance Wars, qualche mese fa.
Personalmente mi ritengo un grande appassionato dei giochi di ruolo di Mario e, chi segue il NintendoClub lo sa, in passato ho già valutato entusiasticamente un paio di episodi (Superstar Saga, Il portale millenario). Andiamo ora a vedere nello specifico questo capitolo per DS.
Alla base delle peripezie di Fratelli nel tempo c'è, come vuole la tradizione, una trama abbastanza classica e arricchita da una dozzina di personaggi fuori di testa. L'esordio narrativo è rappresentato, giusto per variare, dal rapimento della Principessa Peach che, curiosa come una scimmia, si è fiondata a provare la macchina del tempo del Prof. Strambic (ebbene sì, he's back). Il primo a essere avvertito, guardacaso, sarà il nostro Mario che, sempre casualmente, troverà il modo di trascinarsi dietro quella lagna del fratello attraverso una serie di viaggi tra passato e presente nel tentativo di salvare capra e cavoli. Insomma, come potete notare, la narrazione non apporta nessuna modifica sostanziale ai vecchi canovacci già sperimentati in precedenza, senza che questo però influisca più di tanto sull'esperienza positiva globale.
Anche la struttura di gioco è rimasta molto fedele al precedente episodio su GBA: i due personaggi si muovono in coppia sincronicamente e hanno la possibilità di saltare e di compiere diverse acrobazie in pieno stile platform, con la sola eccezione che, una volta entrati in contatto coi nemici (al solito visibili su schermo), lo scontro avviene a turni, secondo lo stile dei giochi di ruolo di matrice nipponica. Come avrete capito, anche il modo di giocare è rimasto sostanzialmente intatto e relegato all'uso dei pulsanti, mentre il touch screen e il microfono risultano pressochè inutilizzati (e' forse il primo gioco Nintendo che non sfrutta minimamente il Touch, neanche per le opzioni). Frequentemente chiamati in causa, invece, i due schermi della console.
Rispetto al predecessore, però, Partners in Time vede la trionfale entrata in scena dei due enfant prodige: baby Mario e baby Luigi. Raccattati dal passato, alla faccia di qualsiasi paradosso temporale, i due frugoletti saranno i compagni di viaggio dei due idraulici adulti, ormai più simili a badanti che a eroi.
Baby Mario e baby Luigi rappresentano una novità non solo dal punto di vista narrativo, ma anche e soprattutto per quel che riguarda il gioco in sè.
Pur essendo generalmente portati in groppa dai due adulti, i piccini risultano spesso fondamentali per risolvere enigmi pensati proprio per l'uso combinato della doppia coppia. Nella maggior parte dei casi, inoltre, i due infanti vengono catapultati nello schermo superiore, in modo che il giocatore possa gestire quasi in contemporanea sia la coppia di adulti (con i tasti A e B) sia quella dei neonati ( X e Y). A questo va aggiunto il fatto che i due babies hanno peculiarità esclusive, come l'uso del martello, la possibilità di infilarsi nel terreno o la capacità di sputazzare acqua, per non parlare delle loro abilità di "minimizzazione", che gli permettono di essere trasportati dal vento o di entrare nei cunicoli più piatti.
Allo stesso modo, anche i due idraulici cresciuti possiedono delle capacità proprie e, specialmente nei combattimenti, risultano la risorsa principale, alla quale i bambini contribuiscono solo negli attacchi (molto divertenti e frenetici perchè fatti quasi sempre in doppio colpo) e nelle situazioni critiche.
L'ambito che più trae beneficio da questo raddoppiamento delle forze è quello degli enigmi e, come già detto, quello degli scontri. Gli enigmi presenti nei dungeon si basano sempre sull'uso del doppio schermo e sulla capacità del giocatore di intuire quali sono le abilità da utilizzare per raggiungere un determinato luogo o superare un determinato ostacolo. La varietà di azioni che il quartetto può compiere, inoltre, lascia un buono spazio alla fantasia, in quanto c'è la possibilità di fare lo stesso percorso in più modi.
I combattimenti rimangono teoricamente identici a quelli del Superstar Saga ma, proprio grazie al quartetto, vengono raddoppiati i momenti in cui utilizzare il tempismo nel premere quello o quell'altro tasto per schivare o danneggiare il nemico. Il risultato finale, come sempre, è veramente spettacolare, tanto che la tentazione di scansare gli avversari su schermo è sempre più rara.
L'aspetto che però non risulta all'altezza degli altri episodi è quello concernente la struttura intrinseca dell'avventura. Se infatti in Superstar Saga c'era la possibilità di distrarsi e di divertirsi tra un dungeon e l'altro nell'enorme prateria che collegava i vari luoghi, in Mario e Luigi: Partners in Time questa possibilità è quasi del tutto assente.
Nelle prime fasi di gioco c'è il castello di Peach che svolge un po' quel ruolo di "hub" che, per fare un paragone, ha un precedente eccelso nella mitica Fannullopoli de Il portale Millenario.
Il problema è che se in Paper Mario Fannullopoli era una vera e propria centralina pulsante di cose da fare e di luoghi da esplorare, in Fratelli nel Tempo il castello di Peach non è altro che una vuota base di partenza, che non propone minisfide o eccessive distrazioni. Inoltre, procedendo col gioco, le sessioni dei dungeon diventano sempre più serrate e consecutive, risultando alla lunga opprimenti e scoraggianti.
Il difetto, per chiarezza, non è da ricercare nei dungeon stessi (sempre ispirati e ben calibrati), ma proprio nell'assenza di una fase alternativa di ampio respiro.
Non si può invece rimproverare Nintendo di aver tralasciato una delle caratteristiche più importanti dell'esperienza Rpg made in Mario: l'umorismo. Sia chiaro, forse le vette di Paper Mario 2 non saranno mai più raggiunte, ma questo Mario e Luigi Partners in Time è una vera e propria chicca di comicità, che gli appassionati Nintendo si godranno come pochi altri. I dialoghi sono resi spassosi sia dal solito lessico scalcinato e buffo, sia dalle situazioni al limite dell'assurdo che vengono proposte: l'incontro goliardico tra le due versioni di Bowser( Baby e adulto), il passato del Prof. Strambic, le continue macchiette dovute ai neonati e a Luigi...ecc. ecc.
Come al solito il risultato di questa cura per l'aspetto comico porta l'appassionato a godersi l'avventura sempre con il sorriso sulle labbra, alternandolo frequentemente a delle vere e proprie risate per delle scenette davvero insane.
Per quel che riguarda il lato tecnico, siamo sempre sui livelli ai quali Nintendo ci ha avvezzato.
La grafica, completamente 2D, è uno spettacolo per stile, idee e colori. Deliranti le animazioni, che contribuiscono non poco alla comicità globale, e il design di protagonisti e nemici in generale. Insomma, un gran bel lavoro che non perde valore perchè è in 2D, anzi.
L'aspetto sonoro è, se non perfetto, quasi. Molto validi i temi musicali che accompagnano i diversi dungeon e le diverse situazioni, così come i remix delle classiche sonorità Nintendo, che risultano sempre graditi. Vera ciliegina sulla torta sono invece le epressioni vocali dei personaggi, realizzate con una cura disarmante. Sentire il buffo linguaggio astratto di Mario e Luigi, le sonorità bofonchiate da Strambic o i lamenti dei pargoli in lacrime è semplicemente un divertimento unico.
Un buon voto se lo merità anche la longevità, sia perchè il gioco è comunque duraturo per essere portatile sia perchè l'esperienza è globalmente divertente e mai noiosa. Resta il fatto che, rispetto alla tradizione, le ore di gioco sono abbastanza diminuite e, come già detto in precedenza, il susseguirsi di un dungeon dopo l'altro a volte può scoraggiare il giocatore.
Mario e Luigi: Partners in Time è un ottimo titolo, divertente, godibile, umoristico. E' al momento l'unico Rpg per Nintendo DS e rappresenta un acquisto consigliato per tutti, in particolar modo per coloro che apprezzano il genere.
Restano dei difetti, non dozzinali, sui quali non mi sento di sorvolare nella valutazione globale. A parte questo, il gioco resta comunque tra i "consigliati" per la console a due schermi.
Nonostante questa "affinità elettiva", gli Rpg debuttano su doppio schermo solo in questo Gennaio 2006, grazie a Mario e Luigi: partners in time. Seguito ufficioso del granitico Superstar Saga e ultimo erede della serie Rpg Nintendo, Partners in Time si presenta con le caratteristiche adatte per diventare subito il punto di riferimento del genere, come è successo già ad Advance Wars, qualche mese fa.
Personalmente mi ritengo un grande appassionato dei giochi di ruolo di Mario e, chi segue il NintendoClub lo sa, in passato ho già valutato entusiasticamente un paio di episodi (Superstar Saga, Il portale millenario). Andiamo ora a vedere nello specifico questo capitolo per DS.
Alla base delle peripezie di Fratelli nel tempo c'è, come vuole la tradizione, una trama abbastanza classica e arricchita da una dozzina di personaggi fuori di testa. L'esordio narrativo è rappresentato, giusto per variare, dal rapimento della Principessa Peach che, curiosa come una scimmia, si è fiondata a provare la macchina del tempo del Prof. Strambic (ebbene sì, he's back). Il primo a essere avvertito, guardacaso, sarà il nostro Mario che, sempre casualmente, troverà il modo di trascinarsi dietro quella lagna del fratello attraverso una serie di viaggi tra passato e presente nel tentativo di salvare capra e cavoli. Insomma, come potete notare, la narrazione non apporta nessuna modifica sostanziale ai vecchi canovacci già sperimentati in precedenza, senza che questo però influisca più di tanto sull'esperienza positiva globale.
Anche la struttura di gioco è rimasta molto fedele al precedente episodio su GBA: i due personaggi si muovono in coppia sincronicamente e hanno la possibilità di saltare e di compiere diverse acrobazie in pieno stile platform, con la sola eccezione che, una volta entrati in contatto coi nemici (al solito visibili su schermo), lo scontro avviene a turni, secondo lo stile dei giochi di ruolo di matrice nipponica. Come avrete capito, anche il modo di giocare è rimasto sostanzialmente intatto e relegato all'uso dei pulsanti, mentre il touch screen e il microfono risultano pressochè inutilizzati (e' forse il primo gioco Nintendo che non sfrutta minimamente il Touch, neanche per le opzioni). Frequentemente chiamati in causa, invece, i due schermi della console.
"NOT SO BAD FOR A BABY"
Rispetto al predecessore, però, Partners in Time vede la trionfale entrata in scena dei due enfant prodige: baby Mario e baby Luigi. Raccattati dal passato, alla faccia di qualsiasi paradosso temporale, i due frugoletti saranno i compagni di viaggio dei due idraulici adulti, ormai più simili a badanti che a eroi.
Baby Mario e baby Luigi rappresentano una novità non solo dal punto di vista narrativo, ma anche e soprattutto per quel che riguarda il gioco in sè.
Pur essendo generalmente portati in groppa dai due adulti, i piccini risultano spesso fondamentali per risolvere enigmi pensati proprio per l'uso combinato della doppia coppia. Nella maggior parte dei casi, inoltre, i due infanti vengono catapultati nello schermo superiore, in modo che il giocatore possa gestire quasi in contemporanea sia la coppia di adulti (con i tasti A e B) sia quella dei neonati ( X e Y). A questo va aggiunto il fatto che i due babies hanno peculiarità esclusive, come l'uso del martello, la possibilità di infilarsi nel terreno o la capacità di sputazzare acqua, per non parlare delle loro abilità di "minimizzazione", che gli permettono di essere trasportati dal vento o di entrare nei cunicoli più piatti.
Allo stesso modo, anche i due idraulici cresciuti possiedono delle capacità proprie e, specialmente nei combattimenti, risultano la risorsa principale, alla quale i bambini contribuiscono solo negli attacchi (molto divertenti e frenetici perchè fatti quasi sempre in doppio colpo) e nelle situazioni critiche.
L'ambito che più trae beneficio da questo raddoppiamento delle forze è quello degli enigmi e, come già detto, quello degli scontri. Gli enigmi presenti nei dungeon si basano sempre sull'uso del doppio schermo e sulla capacità del giocatore di intuire quali sono le abilità da utilizzare per raggiungere un determinato luogo o superare un determinato ostacolo. La varietà di azioni che il quartetto può compiere, inoltre, lascia un buono spazio alla fantasia, in quanto c'è la possibilità di fare lo stesso percorso in più modi.
I combattimenti rimangono teoricamente identici a quelli del Superstar Saga ma, proprio grazie al quartetto, vengono raddoppiati i momenti in cui utilizzare il tempismo nel premere quello o quell'altro tasto per schivare o danneggiare il nemico. Il risultato finale, come sempre, è veramente spettacolare, tanto che la tentazione di scansare gli avversari su schermo è sempre più rara.
L'INGENUO
L'aspetto che però non risulta all'altezza degli altri episodi è quello concernente la struttura intrinseca dell'avventura. Se infatti in Superstar Saga c'era la possibilità di distrarsi e di divertirsi tra un dungeon e l'altro nell'enorme prateria che collegava i vari luoghi, in Mario e Luigi: Partners in Time questa possibilità è quasi del tutto assente.
Nelle prime fasi di gioco c'è il castello di Peach che svolge un po' quel ruolo di "hub" che, per fare un paragone, ha un precedente eccelso nella mitica Fannullopoli de Il portale Millenario.
Il problema è che se in Paper Mario Fannullopoli era una vera e propria centralina pulsante di cose da fare e di luoghi da esplorare, in Fratelli nel Tempo il castello di Peach non è altro che una vuota base di partenza, che non propone minisfide o eccessive distrazioni. Inoltre, procedendo col gioco, le sessioni dei dungeon diventano sempre più serrate e consecutive, risultando alla lunga opprimenti e scoraggianti.
Il difetto, per chiarezza, non è da ricercare nei dungeon stessi (sempre ispirati e ben calibrati), ma proprio nell'assenza di una fase alternativa di ampio respiro.
WEDDING DAY AT TROLDHAUGEN
Non si può invece rimproverare Nintendo di aver tralasciato una delle caratteristiche più importanti dell'esperienza Rpg made in Mario: l'umorismo. Sia chiaro, forse le vette di Paper Mario 2 non saranno mai più raggiunte, ma questo Mario e Luigi Partners in Time è una vera e propria chicca di comicità, che gli appassionati Nintendo si godranno come pochi altri. I dialoghi sono resi spassosi sia dal solito lessico scalcinato e buffo, sia dalle situazioni al limite dell'assurdo che vengono proposte: l'incontro goliardico tra le due versioni di Bowser( Baby e adulto), il passato del Prof. Strambic, le continue macchiette dovute ai neonati e a Luigi...ecc. ecc.
Come al solito il risultato di questa cura per l'aspetto comico porta l'appassionato a godersi l'avventura sempre con il sorriso sulle labbra, alternandolo frequentemente a delle vere e proprie risate per delle scenette davvero insane.
+
Per quel che riguarda il lato tecnico, siamo sempre sui livelli ai quali Nintendo ci ha avvezzato.
La grafica, completamente 2D, è uno spettacolo per stile, idee e colori. Deliranti le animazioni, che contribuiscono non poco alla comicità globale, e il design di protagonisti e nemici in generale. Insomma, un gran bel lavoro che non perde valore perchè è in 2D, anzi.
L'aspetto sonoro è, se non perfetto, quasi. Molto validi i temi musicali che accompagnano i diversi dungeon e le diverse situazioni, così come i remix delle classiche sonorità Nintendo, che risultano sempre graditi. Vera ciliegina sulla torta sono invece le epressioni vocali dei personaggi, realizzate con una cura disarmante. Sentire il buffo linguaggio astratto di Mario e Luigi, le sonorità bofonchiate da Strambic o i lamenti dei pargoli in lacrime è semplicemente un divertimento unico.
Un buon voto se lo merità anche la longevità, sia perchè il gioco è comunque duraturo per essere portatile sia perchè l'esperienza è globalmente divertente e mai noiosa. Resta il fatto che, rispetto alla tradizione, le ore di gioco sono abbastanza diminuite e, come già detto in precedenza, il susseguirsi di un dungeon dopo l'altro a volte può scoraggiare il giocatore.
CONCLUDENDO
Mario e Luigi: Partners in Time è un ottimo titolo, divertente, godibile, umoristico. E' al momento l'unico Rpg per Nintendo DS e rappresenta un acquisto consigliato per tutti, in particolar modo per coloro che apprezzano il genere.
Restano dei difetti, non dozzinali, sui quali non mi sento di sorvolare nella valutazione globale. A parte questo, il gioco resta comunque tra i "consigliati" per la console a due schermi.
Valutazione
- Divertimento — 8.5
-
- In generale, una ottima esperienza
- Sonoro — 9.5
-
- Bene in generale, esilaranti le voci.
- Grafica — 9
-
- Stile, colori, animazioni
- Giocabilità — 8.5
-
- Sistema di combattimento ottimo, dungeon divertenti
- Assenza di alternative all'esplorazione forzata
- Longevità — 8
-
- Una quindicina di ore di gioco
Totale 8.5
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