Guitar Hero On Tour: Decades
Quando ho chiesto a mio fratello "cosa vuoi per natale?" e lui mi ha risposto "Guitar…
Quando ho chiesto a mio fratello "cosa vuoi per natale?" e lui mi ha risposto "Guitar Hero per DS" sono rimasto perplesso. Primo perchè non pensavo che fosse tanto informato sulle nuove uscite DS, secondo perchè avevo dei forti dubbi su quella periferica/pulsantiera da attaccare al DS per convertire un gioco musicale nato per la finta-chitarra. A queste perplessità. si è aggiunto un vago ricordo sgradevole dovuto probabilmente all'ultimo E3, nel quale Guitar Hero DS era stato uno dei giochi presentati in pompa magna come "ganzissimi" per coprire l'assenza significativa di titoli meritori.
Nonostante tutto, si sa, i regali non si discutono, specialmente quelli richiesti...e dunque ho sborsato i 44 euro e ho consegnato a mio fratello l'oscuro oggetto del desiderio (che ovviamente non è lo stesso del famoso film).
La componente più evidente e più clamorosa di Guitar Hero è la sua periferica: una pulsantiera con quattro bottoni che si attacca nello slot per i giochi del GBA e sulla quale si poggia la nostra mano, saldata alla console da un cinturino a strappo. In più dalla pulsantiera esce fuori un grosso plettro con la punta di un pennino DS, che serve per schitarrare sulle corde del nostro strumento virtuale.
Insomma, è un bell'armamentario, per la verità un po' poco adatto al gioco portatile fuori casa e neppure troppo intuitivo o facile da padroneggiare. E in effetti i primi momenti di gioco sono faticosi, più che stranianti: il DS lo si tiene in posizione verticale, mentre con la sinistra si regge la console e si premono i bottoni, e con la destra si incidono le corde col plettro. La scomodità dell'impugnatura pare al giocatore novello a tratti insostenibile. Non una sola volta mi sono trovato a giocare in poltrona, col cuscino sotto la mano a reggere il peso di tutto quell'"ambaradan". Tutt'ora penso sia impossibile giocarci se non si è comodi e a proprio agio.
Una volta mossi i primi passi, steccate le prime note e sbagliato il livello di difficoltà (provare a livelli alti sin da subito è folle) si inizia, lentamente ma inesorabilmente, ad apprezzare il gioco. La meccanica è più semplice di quanto non sia l'impugnatura: ad ogni bottone che appare sulla chitarra virtuale, corrisponde un colpo di pulsante ed uno di plettro sullo schermo destro. Si parte usando solo tre pulsanti, per arrivare a sequenze molto complesse di quattro.
Guitar Hero su DS ha una natura molto differente rispetto a quello su console. Come accennato, la periferica è più scomoda che gasante, ed inoltre il modo di giocarci e l'approccio cambiano in maniera netta. Guitar Hero su console casalinga è il classico gioco da apprezzare anche e soprattutto in più persone o da giocare in sessioni molto ampie. Guitar Hero on Tour, invece, ha la pecca non troppo significativa, vista anche la sua natura portatile, di essere più adatto a partite brevi. Si suona un pezzo, un altro, mettiamo anche un terzo...e poi inesorabilmente si è tentati di riporre il tutto, sia per l'impegno digitale richiesto, sia perchè la formula è effettivamente meno avvincente in singolo e senza chitarra.
In ogni caso è onesto e giusto dire che il gioco trova in questa sua dimensione mordi e fuggi una nicchia nella quale risultare piacevole. Sicuro, non è il titolo che vi fara monopolizzare il DS per dieci ore di fila, ma riesce nella buona impresa di non risultare mai troppo stanco o troppo fastidioso per un'altra partitina extra, magari in un ritaglio di tempo.
Per ovvie ragioni Guitar Hero è un gioco che vive sulla Tracklist, ovvero sulla lista dei brani da suonare... e per altrettanto ovvie ragioni, un titolo per "eroi della chitarra" non può che basarsi su pezzi in grado di offrire una certa dose di adrenalina rock. Ora, senza voler fare il purista, i brani inseriti nella tracklist di Decades estendono verso nuovi confini il termine "rock". Senza essere polemici, ai miei tempi "La bamba" dei Los Lobos non era un pezzo rock, ma al massimo un brano degno di Donkey Konga. Allo stesso modo Tokyo Hotel, Finley o i Lynyrd Skynyrd (quelli di "Sweet home alabama") che io sapessi non rientravano, e forse non rientrano tutt'ora, nel genere rock.
Fatta questa doverosa precisazione (vorrei evitare le mail imbufalite di qualche fondamentalista hendrixiano), devo ammettere che la tracklist in questione, seppur commerciale, seppur priva di pezzi realmente storici e colossali, riesce a fare egregiamente il suo sporco lavoro. Insomma, non dico che "Diventerai una star" dei Finley sia un buon pezzo rock o chissà che, ma per lo meno nell'economia del gioco rende.
Siccome ne abbiamo parlato, riporto qui la lista delle canzoni, così i puristi potranno piangere lacrime amare o lanciare una fatwa su Vicarious Vision, mentre i pischelli si domanderanno come mai così pochi pezzi degli amati Tokyo Hotel.
Anni 70
We Are the Champions - Queen
All Right Now - Free
One Way or Another - Blondie
Free Ride - The Edgar Winter Group
Sweet Home Alabama (live) - Lynyrd Skynyrd
Anni 80
Anni 90
Anni 2000
Attuali
Brani Bonus
Impianto tecnico, grafica, sonoro, longevità: ne parlo adesso, in ordine rigoroso.
La grafica: carina, in stile Vicarious Vision, un attiminito troppo tetra e assolutamente inutile e inguardata. E' inutile farsi illusioni, nei momenti in cui cascate di pulsanti colorati scorrono sullo schermo, non avrete tempo di ammirare i poligoni o chissà che. Sappiate solo che c'è. Un po' kitsch (hard rock cafè style?) i menù.
Sonoro: come detto, la tracklist è quella che è, nel bene e nel male. Funziona, ma forse è eccessivamente frivola o "profana". In ogni caso gli effetti sono simpatici, il coinvolgimento c'è ed è consigliabile l'uso degli auricolari, come suggerisce un simpatico roditore punk all'inizio del gioco.
Longevità: niente male, specialmente perchè il gioco interessa a brevi tratti, ma tiene l'attenzione arzilla per settimane. E' un titolo mediamente difficile ed imparare a padroneggiarlo completamente è compito per eletti.
Un buon giochino, questo Guitar Hero on Tour Decades. Da non sopravvalutare, ma neanche da snobbare. Lo consiglio agli amanti dei titoli musicali, a quelli delle periferiche pazzesche ed a coloro che usano il DS per una partita ogni tanto. Sconsigliato alle fanciulle dal polso fragile, ai puristi dei Pink Floyd, ai muratori con le mani gonfie e rose dalla calcina ed a coloro che si scoraggiano con le difficoltà elevate.
Nonostante tutto, si sa, i regali non si discutono, specialmente quelli richiesti...e dunque ho sborsato i 44 euro e ho consegnato a mio fratello l'oscuro oggetto del desiderio (che ovviamente non è lo stesso del famoso film).
Necrosi
La componente più evidente e più clamorosa di Guitar Hero è la sua periferica: una pulsantiera con quattro bottoni che si attacca nello slot per i giochi del GBA e sulla quale si poggia la nostra mano, saldata alla console da un cinturino a strappo. In più dalla pulsantiera esce fuori un grosso plettro con la punta di un pennino DS, che serve per schitarrare sulle corde del nostro strumento virtuale.
Insomma, è un bell'armamentario, per la verità un po' poco adatto al gioco portatile fuori casa e neppure troppo intuitivo o facile da padroneggiare. E in effetti i primi momenti di gioco sono faticosi, più che stranianti: il DS lo si tiene in posizione verticale, mentre con la sinistra si regge la console e si premono i bottoni, e con la destra si incidono le corde col plettro. La scomodità dell'impugnatura pare al giocatore novello a tratti insostenibile. Non una sola volta mi sono trovato a giocare in poltrona, col cuscino sotto la mano a reggere il peso di tutto quell'"ambaradan". Tutt'ora penso sia impossibile giocarci se non si è comodi e a proprio agio.
Una volta mossi i primi passi, steccate le prime note e sbagliato il livello di difficoltà (provare a livelli alti sin da subito è folle) si inizia, lentamente ma inesorabilmente, ad apprezzare il gioco. La meccanica è più semplice di quanto non sia l'impugnatura: ad ogni bottone che appare sulla chitarra virtuale, corrisponde un colpo di pulsante ed uno di plettro sullo schermo destro. Si parte usando solo tre pulsanti, per arrivare a sequenze molto complesse di quattro.
Un titolo atipico
Guitar Hero su DS ha una natura molto differente rispetto a quello su console. Come accennato, la periferica è più scomoda che gasante, ed inoltre il modo di giocarci e l'approccio cambiano in maniera netta. Guitar Hero su console casalinga è il classico gioco da apprezzare anche e soprattutto in più persone o da giocare in sessioni molto ampie. Guitar Hero on Tour, invece, ha la pecca non troppo significativa, vista anche la sua natura portatile, di essere più adatto a partite brevi. Si suona un pezzo, un altro, mettiamo anche un terzo...e poi inesorabilmente si è tentati di riporre il tutto, sia per l'impegno digitale richiesto, sia perchè la formula è effettivamente meno avvincente in singolo e senza chitarra.
In ogni caso è onesto e giusto dire che il gioco trova in questa sua dimensione mordi e fuggi una nicchia nella quale risultare piacevole. Sicuro, non è il titolo che vi fara monopolizzare il DS per dieci ore di fila, ma riesce nella buona impresa di non risultare mai troppo stanco o troppo fastidioso per un'altra partitina extra, magari in un ritaglio di tempo.
Quello che passa il convento
Per ovvie ragioni Guitar Hero è un gioco che vive sulla Tracklist, ovvero sulla lista dei brani da suonare... e per altrettanto ovvie ragioni, un titolo per "eroi della chitarra" non può che basarsi su pezzi in grado di offrire una certa dose di adrenalina rock. Ora, senza voler fare il purista, i brani inseriti nella tracklist di Decades estendono verso nuovi confini il termine "rock". Senza essere polemici, ai miei tempi "La bamba" dei Los Lobos non era un pezzo rock, ma al massimo un brano degno di Donkey Konga. Allo stesso modo Tokyo Hotel, Finley o i Lynyrd Skynyrd (quelli di "Sweet home alabama") che io sapessi non rientravano, e forse non rientrano tutt'ora, nel genere rock.
Fatta questa doverosa precisazione (vorrei evitare le mail imbufalite di qualche fondamentalista hendrixiano), devo ammettere che la tracklist in questione, seppur commerciale, seppur priva di pezzi realmente storici e colossali, riesce a fare egregiamente il suo sporco lavoro. Insomma, non dico che "Diventerai una star" dei Finley sia un buon pezzo rock o chissà che, ma per lo meno nell'economia del gioco rende.
Siccome ne abbiamo parlato, riporto qui la lista delle canzoni, così i puristi potranno piangere lacrime amare o lanciare una fatwa su Vicarious Vision, mentre i pischelli si domanderanno come mai così pochi pezzi degli amati Tokyo Hotel.
Anni 70
We Are the Champions - Queen
All Right Now - Free
One Way or Another - Blondie
Free Ride - The Edgar Winter Group
Sweet Home Alabama (live) - Lynyrd Skynyrd
Anni 80
- Eye of the Tiger - Survivor
- The One I Love - R.E.M.
- La Bamba - Los Lobos
- Satch Boogie - Joe Satriani
- You Give Love a Bad Name - Bon Jovi
Anni 90
- Buddy Holly - Weezer
- Are You Gonna Go My Way - Lenny Kravitz
- No Rain - Blind Melon
- Some Might Say - Oasis
- Down - Stone Temple Pilots
Anni 2000
- One Step Closer - Linkin Park
- Everything is Everything - Phoenix
- The Middle - Jimmy Eat World
- You Can't Stop Me - Guano Apes
- Can't Stop - Red Hot Chili Peppers
Attuali
- The Take Over, The Break's Over - Fall Out Boy
- Diventerai una Star - Finley
- Estrella Polar - Pereza
- Ready Set Go! - Tokio Hotel
- The Pretender - Foo Fighters
Brani Bonus
- Smooth Criminal - Alien Ant Farm
- Tarantula - Smashing Pumpkins
- I Believe in a Thing Called Love - The Darkness
Come Jones il suonatore
Impianto tecnico, grafica, sonoro, longevità: ne parlo adesso, in ordine rigoroso.
La grafica: carina, in stile Vicarious Vision, un attiminito troppo tetra e assolutamente inutile e inguardata. E' inutile farsi illusioni, nei momenti in cui cascate di pulsanti colorati scorrono sullo schermo, non avrete tempo di ammirare i poligoni o chissà che. Sappiate solo che c'è. Un po' kitsch (hard rock cafè style?) i menù.
Sonoro: come detto, la tracklist è quella che è, nel bene e nel male. Funziona, ma forse è eccessivamente frivola o "profana". In ogni caso gli effetti sono simpatici, il coinvolgimento c'è ed è consigliabile l'uso degli auricolari, come suggerisce un simpatico roditore punk all'inizio del gioco.
Longevità: niente male, specialmente perchè il gioco interessa a brevi tratti, ma tiene l'attenzione arzilla per settimane. E' un titolo mediamente difficile ed imparare a padroneggiarlo completamente è compito per eletti.
In conclusione
Un buon giochino, questo Guitar Hero on Tour Decades. Da non sopravvalutare, ma neanche da snobbare. Lo consiglio agli amanti dei titoli musicali, a quelli delle periferiche pazzesche ed a coloro che usano il DS per una partita ogni tanto. Sconsigliato alle fanciulle dal polso fragile, ai puristi dei Pink Floyd, ai muratori con le mani gonfie e rose dalla calcina ed a coloro che si scoraggiano con le difficoltà elevate.
Valutazione
- Divertimento — 8
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- Quando si impara è gasante
- All'inizio si può restare frustrati
- Sonoro — 8
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- Tracklist commerciale come necessità economica richiede, ma divertente da suonare
- Grafica — 6.5
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- Non male, ma di secondo piano nell'ottica del gioco Sonoro 8/10
- Giocabilità — 7
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- Inizialmente traumatico e scomodo
- Col tempo ci si avvezza al polso dolente e le dita diventano pratiche
- Longevità — 9
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- Sbloccare le canzoni e farsi una suonatina ogni tanto posson bastare
- Supporto Wi-Fi inespresso
Totale 7.0
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